Il Decreto Sicurezza 2025 e la Fine della Cannabis Light in Italia
5 Aprile 2025 alle 10:44
Tempo di lettura: 8 min
È ufficiale: il Decreto Sicurezza approvato il 3 aprile 2025 dal Consiglio dei Ministri segna la fine legale della cannabis light in Italia. Il testo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede modifiche al DPR 309/90 che equiparano le infiorescenze di canapa industriale a sostanze stupefacenti, anche se a basso contenuto di THC.
Una scelta che rappresenta un attacco diretto a oltre 15.000 lavoratori e più di 3.000 aziende italiane attive nella filiera della canapa legale. Il decreto – in vigore dal 4 aprile 2025 – criminalizza interamente la produzione, lavorazione, detenzione e vendita delle infiorescenze, anche se contenenti solo CBD.
Che Cos’è Stato Approvato nel Decreto Sicurezza 2025?
L’articolo 13 del nuovo Decreto Sicurezza introduce una modifica al testo unico sugli stupefacenti (DPR 309/90), specificando che:
«Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque coltiva, produce, trasforma, vende o detiene foglie, infiorescenze, resina e oli estratti da varietà di canapa coltivata ai sensi della legge 242/2016 è punito ai sensi degli articoli 73 e 80 del presente decreto».
In parole semplici, chiunque tratta infiorescenze di canapa (anche con THC < 0,2%) è ora perseguibile penalmente come se trattasse cannabis ad alto tenore di THC.
La Cannabis Light è Quindi Illegale in Italia?
Sì, ad aprile 2025 se il presidente della Repubblica Mattarella firmerà, approverà il Ddl , la cannabis light è ufficialmente vietata in Italia. Non è più possibile vendere, produrre, lavorare o detenere infiorescenze, neppure per uso tecnico o collezionistico. Il decreto non lascia dubbi.
Le uniche eccezioni sono quelle specificate dall’articolo 2 della legge 242/2016, ma escludono completamente le infiorescenze. Questo vuol dire che il mercato della canapa è stato amputato della sua componente centrale, compromettendone la sostenibilità economica.
Cosa Significa per il Settore?
La norma ha conseguenze devastanti:
- Vengono criminalizzate le attività di rivenditori, grow shop
- Coltivatori industriali non possono più produrre infiorescenze, anche se la pianta è coltivata legalmente.
- Il CBD viene di fatto proibito nella sua forma naturale (fiori e oli), benché privo di effetti psicoattivi.
- Rischiano sanzioni anche consumatori e collezionisti trovati in possesso di infiorescenze.
Questo significa cancellare un intero comparto economico che, negli ultimi anni, aveva portato occupazione, innovazione e legalità in Italia.
Perché È Una Legge Contro Ogni Logica?
Il decreto Meloni colpisce indiscriminatamente un prodotto che in Europa è trattato come una commodity agricola. In Germania, Svizzera, Francia e Spagna, il CBD è venduto liberamente o regolamentato come integratore. In Italia ora è paragonato alla cocaina.
Non si tratta solo di una scelta politica: si tratta di una violazione del principio di proporzionalità e di contrasto agli orientamenti europei, con probabili ricorsi in sede UE e alla Corte Costituzionale.
Cosa Puoi Fare Ora?
- Non comprare più cannabis light in Italia, anche se la trovi ancora in vendita: rischi sanzioni e sequestri, compra solo all’estero, regalando altri soldi agli stati membri, piuttosto che alimentare la tua economia nazionale.
- Sostieni le campagne legali delle associazioni di settore come Federcanapa e Canapa Sativa Italia.
- Diffondi consapevolezza: condividi questo articolo, denuncia la follia di questa legge, parla con i tuoi rappresentanti politici.
Il proibizionismo 2.0 non risolve nulla: criminalizza, reprime e lascia spazio al mercato nero.
Shopganja continuerà imperterrita a informare e servire i propri clienti europei grazie ai produttori e rivenditori esteri, mentre in Italia — patria della burocrazia miope e dei divieti senza senso — i nostri collaboratori, coltivatori e professionisti saranno costretti a fare le valigie e a lasciare il mercato europeo. A tutto vantaggio delle aziende dell’Unione Europea che potranno continuare a produrre altrove ed esportare in Italia. Un regalo sia ai produttori stranieri che al mercato illegale, che in questi anni la cannabis light ha dimostrato di poter drenare.Il risultato? Un Paese sempre più inginocchiato davanti a nazioni sovrane e lungimiranti, che intanto ci rubano quello che avevamo costruito con fatica: un settore in piena fioritura, nato nel 2016 e cresciuto per nove anni tra investimenti, lavoro e profitti in continua ascesa. Ma tranquilli: mentre loro incassano, noi restiamo a guardare — come sempre — ridicolizzati e derisi, lo zimbello d’Europa.
Nonostante il decreto, Shopganja.it rimane un punto di riferimento per la libertà di informazione sul tema della canapa in Italia e collaboreremo solo con produttori esteri fino a che la situazione tornerà come prima. Continueremo a raccontare verità, ingiustizie e sviluppi politici nel settore.
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