CBD in gravidanza: si può?

Nuovo arrivo a casa? La famiglia si allarga? Nei nove mesi di attesa è essenziale che la futura mamma si senta a suo agio. A sua volta, la cannabis ha una storia plurimillenaria di utilizzo sia per scopi ricreativi che terapeutici. Scopriremo, in questo articolo se il CBD si può usare in gravidanza.

E, con l’avvento dei prodotti a base di CBD (cannabidiolo) nel mercato legale, molte future mamme si pongono domande riguardo alla sicurezza e all’efficacia dell’uso durante la gravidanza.

La domanda dei nove mesi è: si può utilizzare il CBD in gravidanza?

Scopriamolo insieme.

donna in gravidanza con pancione visibile sorseggia una tazza di the in cucina

Proprietà antiemetiche del CBD

Il cannabidiolo, o CBD, è un componente non psicoattivo della pianta di cannabis. Una delle sue proprietà mediche più conosciute è la sua capacità di agire come antiemetico, cioè di ridurre la nausea e il vomito; le future mamme generalmente guardano con interesse questa proprietà.

Molti studi hanno evidenziato come il CBD possa aiutare a controllare questi sintomi in molteplici contesti, compresi quelli più complessi legati alla chemioterapia.

Uno studio approfondito su questo è stato pubblicato dal National Center for Biotechnology Information nel 2011.

Effetti positivi del CBD in gravidanza

Oltre alle proprietà antiemetiche, il CBD ha dimostrato di avere una serie di altri effetti positivi che potrebbero teoricamente beneficiare le donne in gravidanza. Ad esempio, il CBD ha proprietà ansiolitiche che potrebbero aiutare a gestire l’ansia e lo stress che a volte accompagnano la gravidanza, come abbiamo accennato in questo articolo sulle proprietà ansiolitiche del CBD.

Questa ricerca del NCBI del 2015 approfondisce gli effetti ansiolitici del CBD.

Vaporizzare (no!) o fumare (no!) o altro?

Vaporizzare e fumare sono due metodi comuni per assumere CBD. La vaporizzazione implica l’inalazione di vapori riscaldati del prodotto mentre fumare comporta la combustione del prodotto stesso.

Attenzione pero’! Sebbene vaporizzare possa ridurre l’esposizione a alcune delle sostanze chimiche nocive prodotte dalla combustione, entrambi i metodi comportano l’inalazione di sostanze che potrebbero non essere sicure durante la gravidanza.

Un articolo del 2015 pubblicato dal NCBI discute i rischi associati alla vaporizzazione.

Quindi assolutamente no al fumo e assolutamente no anche per la vaporizzazione.

Come alternativamolte future mamme preferiscono l’olio CBD, che è definitivamente più pratico e discreto e soprattutto non deve essere inalato.

Mentre scriviamo è in corso un confronto a livello legislativo per la normativa a riguardo, dopo una decisione fortemente restrittiva successivamente impugnata al TAR, in questo momento non è ancora chiara la direzione in cui andrà la nuova legge.

 

L’importanza della purezza dei prodotti

Quando si tratta di prodotti a base di CBD (e non solo!) , la purezza è fondamentale.

In gravidanza, la purezza di CBD e qualsiasi altro prodotto è ancora più importante.

Esistono prodotti sul mercato contengono impurità o additivi che potrebbero essere dannosi, in particolare durante la gravidanza.

È essenziale acquistare prodotti di CBD da fonti affidabili. L’affidabilità non è facile da individuare rapidamente in modo matematico, tuttavia le aziende più affidabili sono solitamente aziende consolidate, che sono sul mercato da tempo, con una ampia gamma di prodotto, che offrono certificazioni di laboratorio a garanzia della purezza e la sicurezza del prodotto.

Conclusioni sul CBD in gravidanza

Si, la ricerca conferma che ci possono essere potenziali benefici nell’utilizzo del CBD durante la gravidanza. E’ bene però notare che non c’è ancora la parola finale e ufficiale sulla sicurezza assoluta del CBD.

È sempre essenziale consultare un medico prima di iniziare o continuare l’uso di CBD o qualsiasi altro prodotto o integratore, e questo vale sempre per tutti e vale 10 volte tanto durante la gravidanza!

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