Il nostro sistema immunitario include numerosi organi, tipi di cellule e proteine che forniscono diverse linee di difesa contro le minacce esterne come funghi, batteri, virus a cui siamo esposti quotidianamente.
Le nostre difese fisiologiche sono caratterizzate da due categorie principali: immunità innata e immunità adattativa.
Siamo tutti nati con un sistema immunitario innato (o generale) che funge da prima linea di difesa contro gli agenti patogeni che entrano nell’organismo. Comprende barriere come la pelle e le membrane mucose (il rivestimento interno del naso, della bocca, dei polmoni e di altri organi e cavità) che impediscono fisicamente il movimento di germi fastidiosi.
Queste pareti biologiche sfruttano anche enzimi, acidi e muco per scoraggiare la formazione di batteri e virus. Il sistema immunitario innato include anche i recettori spazzini, conosciuti come fagociti. “Fago” deriva dalla parola greca “phagein”che significa “consumare”. I fagociti prendono questo nome perché avvolgono e “mangiano” gli agenti patogeni intrusi.
Mentre la nostra immunità innata utilizza una strategia disomogenea e non selettiva per distruggere gli invasori, la nostra immunità adattativa (o acquisita) funziona in modo molto più specifico per affrontare gli intrusi. Se le nostre difese innate falliscono, il sistema immunitario adattativo interviene come backup ed inizia ad identificare l’agente patogeno e creare anticorpi specifici progettati per ucciderlo.
Di seguito, troverai i due principali protagonisti coinvolti in questo processo:
Linfociti T | Queste cellule attivano altre cellule immunitarie, rilevano e distruggono le cellule colpite dai virus e creano “memorie” di agenti patogeni per garantire l’immunità futura. |
Linfociti B | Forgiate nel midollo osseo, queste cellule si trasformano in plasmacellule e producono un grande numero di anticorpi—composti costituiti da zuccheri e proteine specificamente progettati per attaccarsi e distruggere un antigene. |
La cannabis, il sistema endocannabinoide e l’immunità
Il sistema immunitario non funziona in modo isolato—niente nel corpo lo fa. Se conosci una o due cose sulla cannabis, probabilmente avrai sentito parlare del sistema endocannabinoide (SEC). I ricercatori si sono imbattuti nei componenti di questo sistema mentre studiavano gli effetti della cannabis sul corpo. Infine, hanno scoperto che i suoi componenti si manifestano in tutto il corpo, dal cervello e ossa, a pelle, sistema digestivo e sistema immunitario. Hanno considerato il SEC come il “regolatore universale” del corpo umano, poiché aiuta a mantenere tutto in uno stato di equilibrio, noto anche come omeostasi.
Il SEC classico presenta due recettori (CB1 e CB2), endocannabinoidi che agiscono come molecole di segnalazione (anandamide e 2-AG) ed enzimi che costruiscono e scompongono gli endocannabinoidi. Questi componenti si trovano anche in tutto il sistema immunitario, dove aiutano a controllare la funzione immunitaria, guidare l’omeostasi e modulare il sistema immunitario. Un’ampia gamma di cellule immunitarie presenta recettori CB1 e CB2, inclusi i linfociti B, le cellule Natural Killer, monociti e linfociti CD8 e CD4. Gli endocannabinoidi si legano a questi siti ed aiutano a regolare processi come la risposta infiammatoria.
La cannabis e il sistema immunitario
Il legame intimo tra il SEC e il sistema immunitario apre la possibilità alla cannabis per intervenire come agente modulante delle nostre difese fisiologiche. Gli endocannabinoidi (quelli che si trovano nel corpo) e i fitocannabinoidi (quelli che si trovano nelle piante) condividono una struttura simile. Ciò significa che i cannabinoidi esterni, inclusi il THC e CBD, sono potenzialmente in grado di legarsi ai recettori del SEC, influenzare l’attività enzimatica e generalmente imitare gli endocannabinoidi. Poiché i nostri endocannabinoidi esercitano un’influenza significativa sul nostro sistema immunitario, i cannabinoidi vegetali potrebbero offrire un modo per “hackerare” il SEC quando si tratta di immunità.
-
Malattie autoimmuni
A volte il sistema immunitario va in tilt. Nel caso delle malattie autoimmuni, le cellule che dovrebbero proteggerci dagli invasori esterni iniziano a combattere contro i nostri stessi tessuti corporei, scambiando le articolazioni, la pelle e le cellule nervose per batteri e virus aggressivi. Questo danno autoinflitto porta a cascate infiammatorie che provocano sintomi come affaticamento, dolori muscolari, febbre, perdita di capelli ed eruzioni cutanee. Le condizioni autoimmuni comuni includono l’artrite reumatoide, la psoriasi e la sclerosi multipla.
Le prime ricerche hanno proposto i cannabinoidi contro l’infiammazione coinvolta nella progressione della malattia autoimmune. Inoltre, gli studi su animali e cellule suggeriscono che la cannabis potrebbe esercitare un effetto immunosoppressivo.