Caratterizzazione chimica e studio delle proprietà antiproliferative in vitro di estratti di Cannabis sativa L”: è il nome dello studio scientifico della durata di 12 mesi che sarà portato avanti in Italia, per indagare, in vitro, le potenzialità di diversi estratti di cannabis nel ridurre le cellule del cancro e nel fermarne la proliferazione.
In Italia e in California sarà portato avanti dal Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia sotto la Direzione scientifica della Prof.ssa Federica Pellati, Professore Associato di Chimica Farmaceutica, e del Prof. Lorenzo Corsi, Professore Aggregato di Farmacologia. Lo scopo? La caratterizzazione chimica e la valutazione dell’attività antiproliferativa in vitro di estratti di varietà non psicotrope di cannabis: “Lo studio in oggetto mira a valutare l’efficacia di alcuni derivati dalla Cannabis sativa nella riduzione della replicabilità delle cellule tumorali”.
Come raccontato nel comunicato stampa, l’attività dell’azienda “riguarda la caratterizzazione chimica di varietà non psicotrope di Cannabis sativa L., realizzata con metodologie analitiche avanzate basate sulla tecnica della cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC) accoppiata a spettrometria di massa ad alta risoluzione (HRMS)”.
Se da una parte le potenzialità della cannabis contro il cancro sono note da quasi 50 anni, negli ultimi tempi la ricerca scientifica si è concentrata sui meccanismi tramite i quali THC, CBD e altri cannabinoidi possano causare la morte delle cellule tumorali senza intaccare quelle sane, venendo studiati anche come coadiuvanti a trattamenti tradizionali come chemio e radioterapia e per ridurne gli effetti collaterali. Un altro recente approccio scientifico è quello di studiare il sistema endocannabionide per trovare nuove terapie contro il cancro, come nel caso del glioblastoma, forma aggressiva di cancro al cervello.
Estratti di cannabis contro il cancro: al via lo studio scientifico
“Dalla Cannabis sativa vengono estratti e purificati composti di interesse farmaceutico (cannabis-derived pharmaceuticals), che hanno mostrato un elevato potenziale terapeutico e sono inoltre privi di effetti psicotropi. In particolare, l’attenzione della ricerca è indirizzata alla classe dei cannabinoidi non psicoattivi (in particolare il cannabidiolo, CBD), che hanno mostrato inoltre attività antiproliferativa in vitro in cellule di leucemia mieloide cronica (denominate K562), attivando meccanismi di apoptosi tramite pathways specifiche in fase di valutazione”.
Exenia Group, società operante dal 1995 nella ricerca e sviluppo nel campo delle scienze naturali e specializzata nell’estrazione di principi attivi in CO2 supercritica e parte del Gruppo Canax, opererà per fornire supporto al programma di ricerca svolto dal Dipartimento per conto di Canax.
La professoressa
Lorena Rebecchi, direttrice del Dipartimento di Scienze della Vita spiega che: “La ricerca sviluppata da questa collaborazione consentirà di valutare le proprietà antiproliferative di estratti di Cannabis sativa evidenziando come la conoscenza dei viventi sia importante per l’individuazione di molecole bioattive e per la tutela e la conservazione della biodiversità e dell’ambiente”. Mentre
Fabrizio Faion sottolinea l’entusiasmo per questa nuova collaborazione: “In Canax crediamo fortemente nella ricerca scientifica e nei benefici derivanti dai principi attivi estratti dalle piante: riteniamo, infatti, che possano essere alleati preziosi nel benessere e nella salute degli individui”.
Fonte: www.cannabisterapeutica.it