CBD per calvizie: i risultati stupefacenti dei cannabinoidi della canapa

Lo studio appena pubblicato ha come autori i dottori Gregory Smith e John Satino. Il test clinico esposto in questo studio è stato fatto su 35 soggetti (28 maschi, 7 femmine) con alopecia androgenetica. Ogni paziente ha usato una volta al giorno per 6 mesi un estratto di canapa che conteneva circa 3-4 mg di cannabidiolo (CBD).

Risultati strabilianti

In sintesi, a conclusione dello studio, si può leggere nel documento: “In media c’era un aumento statisticamente significativo del 93,5% dei capelli dopo 6 mesi. Tutti i soggetti hanno avuto una certa ricrescita. Non sono stati riportati effetti avversi”. Gli uomini hanno avuto una crescita leggermente maggiore rispetto alle donne con calvizie femminile. Le aree del vertice del cuoio capelluto hanno avuto una maggiore crescita dei capelli rispetto alle aree temporali.

Il trattamento

Ai soggetti è stato dato un estratto topico (in un barattolo da 2 once, ossia quasi 57 grammi) da applicare sulle aree calve del loro cuoio capelluto una volta al giorno ogni mattina. Il barattolo è stato sostituito alle visite mensili durante i sei mesi di prova. Ogni barattolo da 2 once conteneva 108 mg di CBD. I soggetti hanno, quindi, usato una dose media giornaliera di 3-4 mg di CBD topico.

L’attivo in polvere

Per l’estratto a uso topico, è stato utilizzato il fiore della canapa (Cannabis sativa) ad alto contenuto di CBD. Questo estratto è stato polverizzato molto finemente. Le analisi di laboratorio hanno mostrato un contenuto del 10,78% di CBD e del solo 0,21% di THC (il cannabinoide che caratterizza più la canapa indiana o marijuana). Non sono stati rilevati THCV o CBDV, due cannabinoidi più rari le cui proprietà sono state scoperte più di recente anche per quanto riguarda la possibilità di contrastare la calvizie.

Il mix con altri attivi
La polvere ricca di CBD è stata infusa in una pasta a base di lanolina e olio di emu naturale. La scelta dei ricercatori di utilizzare queste altri componenti per il preparato topico, a nostro avviso, non è risultata felicissima per individuare le proprietà contro la calvizie del CBD. Questo perché l’olio di emu è un noto rimedio topico contro la calvizie e più di recente è stata individuata nel lanosterolo della lanolina un’attività analoga.

Varinne e menta piperita
Nello studio in corso, vi sono alcune variazioni rispetto allo studio pubblicato. Conformemente a quanto previsto nella pubblicazione, i ricercatori hanno proseguito a indagare l’azione contro la calvizie di altri cannabinoidi. In questo studio, oltre al CBD, vi sono due “varine” ossia l’estratto utilizzato è anche ricco di THCV e CBDV. Oltre la lanolina e l’olio di emu, troviamo anche l’olio essenziale di menta piperita. Anche quest’ultimo è un rimedio anti-calvizie abbastanza noto che dovrebbe agire come antiandrogeno.

Questo non è il primo studio che ha coinvolto i cannabinoidi della canapa e la crescita dei capelli, anche se gli studi di questa equipe di ricercatori possono essere considerati i primi di tipo clinico. Molti studi precedenti suggeriscono che il CBD ha qualche beneficio quando si tratta di ricrescita dei capelli o almeno nella cessazione della perdita dei capelli.

Possibili modi di agire
ll CBD potrebbe incentivare la crescita dei capelli attraverso il sistema detto, appunto, endocannabinoide (ECS), attraverso il suo impatto sul percorso Wnt/β-Catenina e attraverso l’influenza del recettore dei cannabinoidi.

Agonisti e antagonisti
Le ricerche disponibili suggeriscono che il THC e altri agonisti del recettore 1 dei cannabinoidi (CB1) possono essere usati per gestire la crescita indesiderata dei peli superflui. Allo stesso tempo, gli antagonisti CB1, come il CBD e la tetraidrocannabivarina (THCV) e la cannabidivarina (CBDV) possono essere usati per promuovere la crescita dei capelli. Riportando tutto ai noti meccanismi ormonali della calvizie si potrebbe ipotizzare che i cannabinoidi possano avere azione antiandrogena ed estrogenica.

Un po’ di chiarezza
Spesso si fa confusione tra cannabidiolo (CBD), canapa, cannabis (marijuana) e tetraidrocannabinolo (THC). Il CBD e il THC sono entrambi uno dei 113 cannabinoidi identificati nelle piante di Cannabis. Vengono sempre più utilizzati per alleviare il dolore, ridurre l’ansia e ridurre i sintomi di varie patologie. Invece, la canapa è la pianta comune ossia la Cannabis sativa.
Mentre, soprattutto nei paesi anglosassoni, “cannabis” è sinonimo della cosiddetta “canapa indiana“, conosciuta come “marijuana” più ricca di THC. Quest’ultimo è il principio psicotropo che, se è presente oltre certi livelli, rende la cannabis un droga più o meno lecita a seconda della legislazione dei vari paesi. In Italia, è permessa la coltivazione e la vendita di canapa con THC allo 0,2% e una tolleranza che arriva allo 0,6%. La cosiddetta marijuana e i suoi derivati hanno, invece, percentuali di THC che vanno dal 4% sino al 60% per l’olio di hashish.

Distinzione tra  gli oli
L’olio di semi di canapa e l’olio di CBD
derivano entrambi dalla pianta di Cannabis. Tuttavia, l’olio di CBD è fatto usando i gambi, le foglie e i fiori della pianta di canapa. Al contrario, l’olio di semi di canapa deriva dai semi della pianta di Cannabis sativa. I semi non contengono CBD. Tuttavia, l’olio di semi di canapa contiene acidi grassi omega-6 e omega-3, acido gamma-linolenico, vitamine del gruppo B, vitamina D e vari antiossidanti.

Gli attivi naturali anti-DHT
Questi studi sui cannabinoidi contro la calvizie sono solo gli ultimi di una lunga serie che ha portato a scoprire diverse sostanze naturali utili per la cura dei capelli. I successi sono stati sinora più marcati sul fronte della riduzione del DHT, l’ormone che svolge un ruolo centrale nella calvizie comune. Sostanze naturali come gli estratti di Serenoa, di Pygeum, di Ajuga e di altre piante sembrano poter emulare i farmaci come finasteride e dutasteride.
Di minor successo, invece, è stata la ricerca di attivi naturali che possono attivare la crescita dei capelli come fa l’altro farmaco fondamentale nella lotta alla calvizie, minoxidil. Con questo tipo di attività si possono citare gli estratti di mela ricchi in procianidina B2 e rimedi naturali storici come lo Jaborandi, la pilocarpina e l’olio di ricino con alcune sue componenti. L’unione dà il risultato? In questo caso, benché tutti gli occhi siano puntati sui cannabinoidi della canapa, potrebbe essere l’insieme di sostanze naturali utilizzate nel preparato adottato per il test clinico ad avere dato risultati in ricrescita.
In questo gruppo di sostanze, due dovrebbero essere ad azione anti-DHT. Si tratta, appunto, dell’olio di emu e dell’olio essenziale di menta piperita aggiunto nei test ancora in corso. Mentre, la lanolina con il lanosterolo potrebbe avere azione attivante sulla crescita così come i cannabinoidi testati. Se i risultati dello studio qui illustrato dovessero risultare reali e ripetibili, si potrebbe affermare perlomeno che la ricerca è finalmente pervenuta a individuare degli attivi naturali che possono competere alla pari con minoxidil e probabilmente superarlo.

Fonte: www.calvizie.net

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