Cannabigerolo (CBG): Il cannabinoide dall’alto potenziale terapeutico

Cannabigerolo (CBG)

Il CBG fa parte dei fitocannabinoidi: questi, a differenza degli endocannabinoidi, non sono prodotti dall’organismo, ma dalla pianta di cannabis.

Il cannabigerolo è presente nei tricomi (piccole escrescenze della pianta) sotto forma di acido (CBGA) ed è il primo a svilupparsi nella pianta di cannabis: per questo, è considerato il precursore degli acidi più comuni, che compongono CBD e THC. Dopo la raccolta, le piante contenenti i fitocannabinoidi vengono essiccate e lavorate e grazie al calore usato in questi passaggi, i componenti perdono le loro caratteristiche acide, con la rimozione di un gruppo carbossilico. Grazie a questo processo, che viene chiamato decarbossilazione, gli acidi si trasformano nei loro equivalenti non acidi, come THC, CBD e CBG.

Durante la fioritura, il cannabinoide più abbondante è proprio il CBG. Ma quando la sostanza viene essiccata, la sua concentrazione è solitamente inferiore all’1%. Per questo, il composto non ha ricevuto un’attenzione particolare dagli studiosi in questi anni.

Secondo alcuni studi, il CBG avrebbe invece la capacità di legarsi ai tradizionali recettori dei cannabinoidi CB1 e CB2 attraverso una bassa affinità di legame. Tuttavia, si lega ai recettori del “sistema endocannabinoide espanso” con un’efficacia molto più elevata, compresi i recettori vanilloidi coinvolti nei meccanismi di segnalazione del sistema nervoso.

All’interno della cannabis, il CBG funge da precursore chimico di altri cannabinoidi che conosciamo ed amiamo. Più specificamente, è la forma acida del CBG, il CBGA, che si incarica di produrre i cannabinoidi come il THC e il CBD. Come tale, il CBGA (e lo stesso CBG) si è guadagnato il titolo di “madre di tutti i cannabinoidi”.

Il potenziale del CBG

Il CBG, interagendo col sistema endocannabinoide come gli altri cannabinoidi, presenta un potenziale anche in campo terapeutico. Studi risalenti a decenni fa avevano dimostrato la capacità inibitoria nell’assorbimento di acido amminobutirrico (GABA), con conseguenti attività rilassanti: per questo, il CBG potrebbe essere utile nella cura dell’ansia e della tensione muscolare. Altre ricerche risalenti alla seconda metà del ‘900 hanno messo in luce gli effetti analgesici e anti-fungini del cannabigerolo.

Più recentemente, il CBG è stato indicato come potenzialmente efficace contro il cancro al seno, alla pelle e alla prostata. Inoltre, il fitocannabinoide potrebbe rappresentare un aiuto contro la psoriasi, dato che inibisce la proliferazione dei cheratinociti. Altri usi potenziali del CBG sono stati individuati nel trattamento del glaucoma, dato che riduce la pressione intraoculare, e nella cura di malattie infiammatorie intestinali e di disfunzioni vescicali. Infine, il fitocannabinoide potrebbe essere una soluzione promettente come antidepressivo o come farmaco anti-nausea.

Il CBG non è contenuto nella Convenzione delle Nazioni Unite sulle sostanze psicotrope: per questo, nella maggior parte dei Paese questo fitocannabinoide e i suoi derivati sono legali. Il cannabigerolo, infatti, non ha proprietà psicotrope.

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Gli effetti del CBG sul nostro corpo

  • CBG e Sistema Nervoso

Il CBG si lega ai recettori vanilloidi, alcuni dei quali svolgono un ruolo nella trasmissione dei segnali di dolore all’interno del sistema nervoso centrale. Il componente attivo del peperoncino (capsaicina) prende di mira il recettore TRPV1 e, così facendo, provoca sensazioni di calore e dolore. Tuttavia, dopo aver attivato questo sito, genera un periodo di desensibilizzazione e rende i recettori temporaneamente incapaci di rilevare ulteriori irritazioni.

Secondo alcuni studi, il CBG funzionerebbe allo stesso modo, ma senza causare alcuna irritazione. Il CBG può anche esercitare effetti lenitivi in modo analogo, poiché si lega allo stesso sito recettoriale.

Le prime ricerche hanno anche studiato il CBG per le sue proprietà terapeutiche verso il sistema nervoso. Una ricerca pubblicata nel Journal of Neuroimmune Pharmacology mostra che i parenti molecolari del CBG possono lenire le irritazioni all’interno dei componenti del sistema nervoso nei topi.

La “madre di tutti i cannabinoidi” sembra anche aiutare a rilassare i muscoli. Interrompendo la ricaptazione del GABA, un neurotrasmettitore rilassante, il CBG può aiutare ad alleviare l’irrigidimento e le tensioni.

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CBG

  • CBG e Cervello

Il CBG può essere classificato come cannabinoide nootropico? Forse. Secondo le prime ricerche condotte su topi, il CBG avrebbe la capacità di migliorare l’umore. Siccome interagisce con i recettori della serotonina nel cervello, gli scienziati sono ansiosi di verificare le proprietà benefiche del CBG per coloro che soffrono di tensioni e tremori di carattere nervoso.

Uno studio pubblicato sulla rivista Neurotherapeutics cercò di determinare gli effetti neuroprotettivi del CBG. I ricercatori testarono il cannabinoide in un modello animale di malattia di Huntington, un disturbo che influenza l’umore, i movimenti e il pensiero. Nel complesso, le loro scoperte hanno aperto la strada a ricerche future più approfondite sull’argomento.

  • CBG ed Apparato Digerente

Recenti scoperte sul microbioma e sulla salute dell’intestino hanno dimostrato l’importanza vitale dell’apparato digerente per la salute umana.

Attualmente, la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) colpisce circa il 10–15% della popolazione europea e nordamericana. Questa patologia deriva probabilmente da una disfunzione immunitaria all’interno dell’intestino e provoca dolore allo stomaco, con crampi e gonfiore.

Una ricerca pubblicata sulla rivista Biochemical Pharmacology testò il CBG sui topi affetti da questa incurabile malattia. I ricercatori notarono una riduzione dei biomarcatori associati a questo disturbo ed una ridotta produzione di radicali liberi nelle cellule intestinali.

  • CBG e Sistema Muscolo-Scheletrico

In futuro, il CBG potrebbe anche svolgere un ruolo importante nelle terapie per migliorare la salute delle ossa. L’osteoporosi, o perdita di densità ossea, si verifica quando le cellule incaricate di degradare l’osso superano quelle che producono il tessuto osseo. Si verifica a causa di fattori genetici, cambiamenti ormonali e per la mancanza di un livello sufficiente di stress meccanico indotto dall’esercizio fisico.

Le ricerche preliminari stanno esaminando la capacità del CBG nel supportare il processo di guarigione delle ossa, ma siamo ancora lontani da qualsiasi risposta reale sui suoi potenziali benefici nel migliorare la salute ossea.

Il Futuro del CBG

Da quando gli scienziati ne hanno svelato il meccanismo e i potenziali effetti, il CBD ha guadagnato sempre più terreno. Oggi, un numero crescente di consumatori si rivolge a questo cannabinoide per i suoi benefici e molti rimangono entusiasti degli effetti che sperimentano. Molto probabilmente, anche il CBG seguirà questa traiettoria. Le ricerche preliminari sembrano promettenti, ma abbiamo bisogno di studi sull’uomo più completi per scoprire tutte le proprietà di questo cannabinoide.

Dalle infiorescenze agli oli, sul mercato circolano sempre più prodotti ad alto contenuto di CBG derivanti da cannabis o canapa. Guardando al futuro, il CBG si unirà probabilmente al pantheon dei cannabinoidi insieme al CBD e al THC.

Cos’è Meglio: CBG o CBD

Il CBG non è né migliore né peggiore del CBD. Sebbene condividano alcune somiglianze, agiscono in modi a sé stanti. Ovviamente, il CBD ha alle spalle più prove scientifiche e popolarità, ma gli studi a cui è sottoposto il CBG sono talmente tanti che sta suscitando sempre più interesse. Arriverà il giorno in cui i consumatori opteranno anche per questo cannabinoide, oltre alle formulazioni con THC e CBD.

Sebbene si differenzino per proprietà a sé stanti, CBG e CBD potrebbero formare un’ottima coppia se consumati insieme. Sfruttando le qualità di entrambi, i consumatori potrebbero sostenere il loro benessere da più angolazioni, anche se dobbiamo ancora scoprire di cosa sia esattamente capace il CBG. Questa pratica, che gira attorno alla teoria dell’effetto entourage, supporta il principio secondo cui gli effetti dei cannabinoidi sugli esseri umani sono più efficaci quando agiscono insieme e non separatamente.

Fonte: www.clinn.it
www.royalqueenseeds.it

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