L’iniziativa organizzata per rilanciare il dibattito sulla cannabis leggera. “Demonizzarla è un regalo alle mafie, il Parlamento approvi una legge”
«Basta agli spacciatori che vendono morte. È ora di renderla legale». Una signora intorno ai 65 stringe tra le mani una pianta di cannabis light: le è appena stata regalata al Valentino. Davanti al gazebo con le bandiere dall’associazione Acmos, l’azienda agricola Blu Bit, il partito Volt e Sardine Piemonte, ci sono circa 150 persone. Qualche runner si ferma incuriosito dalla folla. Al megafono sta parlando Stefano Calderan, vice coordinatore di Volt Torino: «La nostra è una battaglia culturale e di legalità – esclama – C’è qualcuno che demonizza la canapa a fini elettorali, ma in questo modo non fa altro che avvantaggiare la criminalità organizzata».
Per evitare assembramenti nella consegna delle 50 piante e i 300 grammi di cannabis light (con Thc inferiore a 0,5) gli organizzatori distribuiscono tagliandi numerati.
«Iniziamo dagli anziani», urla scherzosamente Giampiero, un signore di 68 anni. La maggior parte dei presenti sono giovani, ma non manca qualche over 60. Per ritirare l’omaggio c’è una condizione: pronunciare qualche parola al megafono per alimentare il dibattito sulla cannabis light. «Lo Stato avrebbe tutti gli interessi a legalizzarla: i soldi sottratti alle mafie potrebbero essere investiti in scuole e ospedali», commenta Gabriel Rodriguez, studente fresco di maturità. Giusy, 27 anni, non nasconde il ricorso alla cannabis nell’anno nero della pandemia: «In questi mesi complicati mi ha aiutato a combattere l’ansia e l’insonnia, credo sia molto meglio che utilizzare farmaci». «È un prodotto ottimo per recuperare dopo intense prestazioni sportive», aggiungono Umberto, un lottatore di 33 anni e Manuela, arrampicatrice di 26.
Tra chi prende la parola sul prato c’è chi evidenzia le applicazioni della canapa nell’edilizia, la cosmetica, la gastronomia ma soprattutto in ambito medico. «Io sono un’infermiera di neurologia – dice una signora riccia – e ho visto come i pazienti che soffrono di Parkinson e sclerosi multipla hanno benefici da prodotti come l’olio di cannabis». Lo conferma un ragazzo che soffre di una malattia rara: «Spesso gli antidolorifici non bastano, la cannabis light è più utile».
Dopo una mezz’ora spunta Igor Boni, reduce dal quarto posto alle primarie del centrosinistra. «C’è più gente a questo gazebo che a quelli del Pd», mormora malignamente un giovane. «La mia militanza politica è cominciata 35 anni fa con un’iniziativa per la legalizzazione della cannabis – ricorda Boni – Questo è il momento della spallata finale: rendendola legale togliamo ossigeno alle mafie e avviamo una filiera che può crescere e creare posti di lavoro».
L’appello di tutti i presenti è rivolto al Parlamento: «Bisogna accelerare e approvare il disegno di legge Magi che è fermo da troppo tempo – dice Simone Stefan, rappresentante delle Sardine – L’ostruzionismo politico arriva da chi teme di perdere voti. Ma questa è una battaglia di legalità»
Fonte: lastampa.it000