Si torna a parlare di cannabis dopo il via libera a un decreto interministeriale che definisce l’elenco delle specie di piante officinali coltivate nonché criteri di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee. Un testo che sembra preoccupare i produttori. Ma secondo alcuni le conseguenze saranno meno gravi di quelle paventate
Negli ultimi giorni si è tornato a parlare di cannabis per almeno due ragioni. La prima è che la Corte di Cassazione ha giudicato valide le firme raccolte per organizzare un referendum sulla cannabis legale, sulla cui ammissibilità si deve ora esprimere la Corte Costituzionale (la decisione è attesa per il 15 febbraio). La seconda è che è stato adottato un testo che potrebbe avere conseguenze per il settore della cosiddetta “cannabis light”
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Il referendum mira, tra le altre cose, a eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, con eccezione dell’associazione finalizzata al traffico illecito. I suoi promotori, incluso il deputato Riccardo Magi di +Europa (in foto), hanno definito la validazione delle firme un passo in avanti, fatto a fronte di un altro passo indietro
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La delusione nasce da un decreto interministeriale che definisce l’elenco delle specie di piante officinali coltivate nonché criteri di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee. Un testo che ha causato l’allarme dei produttori. “Ci hanno resi illegali, rischiamo di essere considerati spacciatori e di chiudere tutto”, ha detto a Open Luca Fiorentino di Cannabidiol Distribution
Fonte: tg24.sky.it