“All’Italia serve più cannabis”: chiesti altri dieci milioni nella manovra di bilancio

Due proposte di emendamento alla legge di bilancio 2022 per aumentare la presenza di cannabis in Italia da destinare a chi, malato, la usa legittimamente come farmaco. Ci prova il senatore Matteo Mantero di Potere al popolo, il quale ha presentato due emendamenti in Commissione bilancio del Senato. Ecco i punti salienti delle proposte:

  • finanziamento per avere più cannabis
  • non punibilità di chi se la produce in casa
  • importazione dell’estratto oleoso della cannabis

Il primo prevede un ulteriore stanziamento una tantum per incrementare i due metodi di approvvigionamento della cannabis terapeutica in Italia: l’importazione dall’estero e la fabbricazione tramite lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che, per legge potrebbe produrne al massimo 500 chili all’anno. Non arriva a tali quantità. Anche il senatore Mantero parla di “circa 300 o 350 chili all’anno, non di più”. È un problema perché in Italia il Ministero della salute stima una richiesta di 1.400 chili all’anno. Dunque la domanda di cannabis a scopo curativo è di molto maggiore rispetto all’offerta. Servono più investimenti. Da qui la proposta politica di Mantero. Il senatore di sinistra prova a buttare sul piatto altri dieci milioni nel 2022.

La seconda parte dello stesso emendamento va a modificare il testo unico sugli stupefacenti e prevede la non punibilità di chi se la produce in casa, nel caso in cui non riuscisse ad avere la cannabis attraverso il sistema sanitario. Non a caso si chiama emendamento “De Benedetto” con riferimento al caso di Walter De Benedetto, il disabile aretino di 48 anni malato di artrite reumatoide, finito a processo (e poi assolto) per aver coltivato marijuana nel giardino della propria abitazione. Ma non c’è già la proposta referendaria dell’associazione Luca Coscioni e un testo base in Commissione Giustizia di Più Europa?

Si parla poco e male di cannabis

“Sì, ma quelle proposte parlano di legalizzazione per qualsiasi uso. Il mio emendamento è solo per chi fa uso di terapeutico – spiega Mantero a Today.it – Dal punto di vista concettuale, il malato che deve coltivarsi a casa la cannabis, quando è lo Stato a dover fornire una cura, è una forzatura. Ma è assurdo che non possa curarsi. Non dovrebbe essere costretto a coltivarsi la pianta a casa o peggio andare da uno spacciatore”. Il caso emblematico è proprio quello del dipendente comunale di Arezzo, da cui prende il nome la proposta. “Senza voler mancare di rispetto, l’ho chiamato così perché se la mia proposta fosse stata legge, De Benedetto non sarebbe mai stato processato” ha rimarcato Mantero. Secondo la logica di Potere al popolo, di fronte ad uno Stato inadempiente, allora il cittadino è legittimato a fare da sé, ma solo nel caso in cui la marijuana sia prescritta dai medici perché utile per curare delle patologie riconosciute. “Sia chiaro, non è che sia contrario alla legalizzazione tout court, ma c’è il malato prima e se lo Stato non mi cura e io faccio da solo, almeno non mi mandi a processo”.

Matteo Mantero - foto Ansa-2

Ora questi emendamenti verranno analizzati e discussi alla Commissione bilancio. “Ci troviamo nella situazione assurda che questi malati devono rischiare il carcere per un’inadempienza dello stato. Se davvero si vuole affrontare il problema smettendo di trattare queste persone come malati di serie B il ministro Speranza e tutto il governo diano parere favorevole all’emendamento De Benedetto”. Mantero però non è ottimista. “Il problema è che queste modifiche al testo devono essere votate anche dal Ministero della sanità e di solito, su questi temi, il Governo non ha mai espresso pareri favorevoli”. Ma il parere del Ministero in Commissione non è vincolante. “Lo so, ma per l’esperienza che ho avuto in Parlamento, direi che difficilmente la Commissione vota in modo opposto alla posizione del Governo”.

L’emendamento per la cannabis in forma di olio

C’è poi un secondo emendamento, che prevede la possibilità di importare l’olio di cannabis invece delle infiorescenze. Perché è un vantaggio l’estratto in olio? Perché in Italia è già difficile trovare le farmacie galeniche (il farmacista prepara direttamente il medicinale a base di cannabis sativa), poi non possono pubblicizzarsi, altrimenti sarebbe come pubblicizzare una sostanza stupefacente. Una volta trovata, probabilmente dopo aver fatto molta strada, bisogna pregare che la cannabis ci sia, cosa tutt’altro che scontata. Se c’è, il malato troverà infiorescenze, che hanno una minore durata del principio attivo. Ma soprattutto, essendo farmaci galenici, la composizione dei vari cannabinoidi presenti nel prodotto, variano a seconda del lavoro del singolo farmacista, creando anche una diversità di trattamento per i malati. “Si risolverebbe tutto con l’olio – conclude il senatore – che ha un titolo uniforme e potrebbe essere distribuito in tutto il Paese”.

Fonte: www.today.it/

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