Pd e M5S chiedono la legalizzazione della cannabis: ma il governo si spacca sulle droghe

La conferenza nazionale sulle dipendenze di Genova riapre il dibattito sulla legalizzazione della cannabis. La ministra Dadone: “Basta con il proibizionismo”. Ma dal centrodestra promettono le barricate: “La liberalizzazione non passerà mai”.
Da una parte il Movimento 5 Stelle e il Pd, che vorrebbero dire basta al “proibizionismo sulle droghe leggere” con la modifica del testo unico del 1990, dall’altra il centrodestra che si schiera compatto contro chi preme per la “legalizzazione”.
La liberalizzazione della cannabis spacca ancora la maggioranza di governo. Il tema è tornato alla ribalta con la conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal ministero per le Politiche Giovanili andata in scena lo scorso fine settimana a Genova.
In un’intervista al Corriere della Sera la ministra Fabiana Dadone chiede di “superare gli steccati ideologici” e valutare di intraprendere la strada del governo tedesco, che ha scelto di inserire la legalizzazione della cannabis nel contratto per la nuova legislatura.
Anche un altro ministro, il Dem Andrea Orlando, come si legge su Repubblica, ha chiesto di guardare all’esempio che arriva da Berlino. “Inevitabile – dice – che una qualche riflessione la si faccia anche nel nostro Paese”.
A decidere su questo tema, però, dovrà essere il Parlamento, e le forze di centrodestra promettono di nuovo battaglia. Lo scorso settembre, come ricorda l’agenzia Agi, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia avevano votato contro l’adozione del testo base sulla cannabis, mentre i parlamentari di Italia Viva si erano astenuti.
La ministra Mariastella Gelmini (Forza Italia) e il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, di Noi con l’Italia, oggi ribadiscono che la liberalizzazione delle droghe leggere non è all’ordine del giorno.
Orlando, replica Matteo Salvini, “si occupi di lavoratori, precari e cassaintegrati, lasci che di lotta alla droga si occupino famiglie, esperti e comunità”, mentre Giorgia Meloni parla di “messaggio devastante”.
Per il senatore azzurro, Maurizio Gasparri, si tratterebbe di una “scelta sbagliata e diseducativa”. “Non passerà mai – avverte – né in Parlamento né nel Paese”.
“Questa Conferenza dovrebbe affrontare le problematiche connesse alla diffusione di sostanze stupefacenti e il tema dei percorsi di recupero per dare nuovo impulso alla tutela delle persone fragili e con dipendenze, non certo creare le condizioni per aumentare i dipendenti dalle droghe”, ha protestato anche il sottosegretario alla Salute, come riferisce lo stesso quotidiano.
Schierati per il sì alla proposta della ministra Dadone ci sono il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, e quello di Più Europa, il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova.
Il presidente della commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni, del M5S accusa la destra di essere “cieca e totalitarista su questo tema”. “Non si tratta affatto – sottolinea – di consentire ‘libertà di drogarsi’ come loro dicono ma di promuovere politiche efficaci di controllo e contrasto alle illegalità”.
Infine, da Riccardo Magi, deputato di +Europa che ha promosso il referendum sulla cannabis legale, arriva l’appello ai ministri che si sono espressi in favore della legalizzazione per assumersi “l’impegno di non intervenire a favore e a sostegno della inammissibilità del quesito referendario”.
Fonte:it.sputniknews.com

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