Padova, corso di cannabis all’università: «Demonizzazione sbagliata»

L’iniziativa del Dipartimento di Neuroscienze rivolta a medici, farmacisti e tecnici: «Corso nato per superare un ambiente sanitario antagonista»

Promosso dal Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova con l’obiettivo di contrastare la «demonizzazione preventiva». Perché anche il solo parlarne sembra essere ancora un tabù, soprattutto tra i diretti interessati: l’ateneo patavino lancia il corso di apprendimento permanente «Cannabinologia: la pianta di Cannabis e il sistema endocannabinoide», organizzato in collaborazione con Cannabiscienza (start-up a vocazione sociale di formazione scientifica) per informare sui possibili utilizzi della pianta della canapa soprattutto in ambito farmaceutico e medicinale. Rivolto in particolare a medici, farmacisti, chimici, biologi, agronomi, farmacologi e tecnici di laboratorio e di analisi ma fruibile — previo pagamento di una quota di iscrizione di 900 euro — anche da chiunque sia interessato, il corso online prenderà il via a fine ottobre e parlerà di cannabis a 360 gradi.

La cannabis viene utilizzata in campo terapeutico e medico

Il professor Gastone Zanette, responsabile scientifico del corso e ricercatore del Dipartimento di Neuroscienze, parla apertamente di «grande sfida: questo corso è nato dopo un enorme sforzo per superare un ambiente medico e sanitario antagonista, caratterizzato da pregiudizi e false credenze. Ho iniziato a partecipare a importanti eventi sui cannabinoidi e la medicina tenuti dall’International Cannabinoid Research Society e dall’International Association for Cannabinoids in Medicine per acquisire esperienza, informazioni e competenze dai ricercatori di questo settore, perché nonostante le oltre 30mila pubblicazioni scientifiche internazionali sulla cannabis medica ci sono ancora difficoltà legali che limitano la capacità di eseguire studi di alta qualità su di essa». Ma non a prescriverla: da diversi anni, infatti, tutti i medici italiani sono autorizzati a farlo «in quanto il nostro Paese — aggiunge Viola Brugnatelli, direttrice scientifica di Cannabiscienza nonché ricercatrice proprio del Dipartimento di Neuroscienze — gode di una delle leggi migliori in Europa per la somministrazione di farmaci a base di cannabinoidi a scopi terapeutici. I principali problemi da superare restano quindi quelli legati a percezione sociale, carenza della terapia e difficoltà proprio nel reperire medici prescrittori, e per farlo l’unica strada possibile è quella della formazione». Il corso analizzerà quindi la Cannabis sativa nelle sue diverse sfaccettature, partendo dalla sua storia (le prime prove del suo utilizzo risalgono al Neolitico) per poi studiare i possibili impieghi terapeutici e le modalità di valutazione clinica del paziente e del rischio connesso a particolari quadri patologici fino ad arrivare alle normative che ne regolano coltivazione, produzione, prescrizione e distribuzione.

Fonte: corriere.it

 

Lascia un commento

Contattaci