Sono passati 26 anni da quando Pannella regalò 230 grammi di hashish ad Alda d’Eusanio in diretta TV. Con il governo Draghi si arriverà alla legalizzazione della marijuana? Alcuni indizi ci indicano che è possibile! Pronti a investire in un mercato enorme!
È dai tempi di Marco Pannella che si parla di legalizzazione della marijuana, che progressivamente diventa sempre meno perseguita legalmente. Con il governo draghi e la “quasi” unità nazionale la marijuana o cannabis verrà legalizzata?
Marijuana: draghi verso la legalizzazione?
Sono ormai molti anni che diverse associazioni e parti politiche si battono perché l’uso Marijuana sia via via depenalizzato e reso accessibile per vie legali, a cominciare dagli usi terapeutici, che al momento sono concessi, seppure l’apparato statale sia in difficoltà per quel che riguarda il rifornimento e non tutte le patologie in cui potrebbe essere utile sono considerate per questo scopo.
Dopo molti tentativi potrebbe essere arrivato il momento della legalizzazione totale della Marijuana: difatti con il NextGenerationEu o Recovery Fund e i vari scostamenti di bilancio, l’asticella del debito pubblico toccherà i massimi storici, la magistratura ha grossi problemi con la lunghezza dei procedimenti giudiziari e le forze dell’ordine sono considerate in sottonumero rispetto alle esigenze.
Ma cosa ha a che fare questo con la marijuana? Perché potrebbe essere il momento buono per la legalizzazione? Perché lo chiede il mercato!
Marijuana: indizi verso una legalizzazione nel contesto del governo Draghi
Il 27 aprile di quest’anno il tribunale di Arezzo ha stabilito una sentenza storica: Walter de Benedetto, di 33 anni ed affetto da artrite reumatoide è stato assolto dopo essere stato denunciato per aver coltivato in casa marijuana in quantità eccedenti l’uso personale. “Il fatto non sussiste”, riaprendo una polemica in parlamento.
Inoltre il governo Draghi ha affidato la delega anti-droga a Fabiana Dadone, esponente del Movimento 5 Stelle e sostenitrice della legalizzazione della marijuana. Mentre la ministra della giustizia Marta Cartabia, sebbene vicina ad ambienti conservatori, è stata firmataria in passato di sentenze che criticavano la legge attuale in relazione al principio della proporzionalità.
Già nella precedente legislatura il segretario di +Europa Benedetto della Vedova aveva portato avanti un disegno di legge per la legalizzazione sostenuto da un intergruppo composto da ben 290 parlamentari, che non passò per la opposizione della parte centrista della coalizione di governo e per alcuni franchi tiratori del Partito Democratico.
La fiaccola della legalizzazione è passata ora al deputato radicale Riccardo Magi, che si pone l’obbiettivo meno ambizioso ma probabilmente più alla portata di legalizzare l’autoproduzione (difatto legalizzando, rendendo praticamente impossibili i controlli). Al momento il DDL Magi è in attesa di calendarizzazione, ma ci sono buone ragioni di ritenere che passi, se non addirittura arrivi una piena legalizzazione.
Nel video qui sotto, prodotto da Alanews, è lo stesso Riccardo Magi ad aggiornarci sulla questione Marijuana:
Proprio la larghezza della maggioranza, potrebbe consentire di trovare il quorum per la legalizzazione, dato che i numeri per minacciare una sfiducia al governo sono sensibilmente più bassi (con il DDL Della Vedova basto il niet di Alfano, Lorenzin e dei centristi per affossare la legalizzazione della marijuana.
Il mercato della Marijuana in Italia
Tra le sostanze illegali, la marijuana è certamente il mercato più grosso, si stima, in base ai sequestri effettuati, che valga circa 11 miliardi di euro l’anno, che finiscono prevalentemente nelle tasche della criminalità organizzata.
Secondo lo studio europeo (EMCCDA) basato su dati del 2017, gli italiani sono i quarti consumatori di marijuana dell’Unione Europea, con il 32,7% della popolazione che ha dichiarato di averne fatto uso almeno una volta nella vita. Per dare un’idea della dimensione fisica del fenomeno, basti pensare che nella sola Roma si consumano 14 tonnellate di marijuana all’anno, ossia, calcolando che uno spinello ha in media 0,3 grammi, a Roma vengono fumati (escludendo per semplicità gli altri metodi di assunzione) quattro milioni e e trecentoquarantamila spinelli.
Queste stime riguardano solo il mercato a fini ricreativi, ma va detto che la cannabis ha anche altri utilizzi commerciali, soprattutto legati alla sua fibra: può essere utilizzata nel settore tessile,edilizio e cosmetico.
Il costo della repressione della marijuana: introiti mancati per l’erario
Il governo draghi ha necessità di trovare nuove entrate per le casse dello stato, cercando di non alzare una tassazione già altissima, affinché non si ostacoli la ripresa: come detto precedentemente, il settore illegale della marijuana varrebbe intorno agli 11 miliardi. Se venisse legalizzata la vendita, sarebbe possibile tassare questo mercato. Per dare un’idea del valore di queste entrate, secondo il sole24ore tassare la marijuana nella sola New York porterebbe a un guadagno per la grande mela di circa 156 milioni di dollari.
Ecco un buon motivo per cui è possibile che durante il governo Draghi potrebbe arrivare la legalizzazione della marijuana: il cash!
Il costo della repressione della marijuana: la giustizia ingolfata, le carceri sovraffollate e forze dell’ordine impegnate
Dal 2004 al 2018, ben 171.034 operazioni anti-droga delle forze dell’ordine hanno riguardato la marijuana, per sequestri di circa 850 tonnellate. Le segnalazioni ai prefetti per persone che usano sostanze stupefacenti che riguardano l’uso di marijuana sono poco meno del 78%.
Queste operazioni delle forze dell’ordine hanno un costo, sia in termini di denaro che di tempo speso dagli agenti per effettuarle. Inoltre ogni arresto ed ogni segnalazione implica un piccolo o grande procedimento giudiziario che va ad intasare un sistema giuridico che già di per sé è tra i più lenti nel mondo occidentale.
Inoltre più del 30% della popolazione carceraria è composta da persone che hanno commesso reati connessi con gli stupefacenti, di cui una buona parte dovuta alla marijuana (che per fortuna è in calo).
Difatti la stesse corti di giustizia stanno man mano rendendo le piccole coltivazioni e gli usi personali
praticamente legali, non perché lo siano a norma di legge, ma perché non riescono a gestire la quantità di casi che gli vengono sottoposti
Inoltre la marijuana costituisce un business di enorme importanza per la criminalità organizzata, con il quale si irrobustisce e finanzia altre attività illegali. Infatti secondo uno studio dell’università di Messina, la marijuana copre circa il 90% del mercato illegale delle sostanze stupefacenti.
Secondo l’associazione meglio legale, il risparmio per lo stato con una legalizzazione sarebbe di ben 10 miliardi l’anno, più della metà della legge finanziaria del 2018.
La marijuana legale: la cannabis CBD
Bisogna inoltre ricordare che c’è un mercato legale e attivo della marijuana in Italia. Si tratta della marijuana CBD, ossia una varietà di cannabis con un livello di THC (il principio attivo psicotropo) inferiore alllo 0,2%.
La marijuana CBD ha quindi solo effetti rilassanti, ma tanto basta per aver creato, dal 2016, un mercato legale fiorente, che si prevede in crescita nel prossimo quinquennio.
Il ministero dell’economia della Finanza ha indagato sul fatturato nazionale della cannabis light, un settore sempre in crescita ma anche spesso ostacolato dalle opposizioni politiche, che nel 2019 ha totalizzato un fatturato di circa 150 milioni di euro e che si stima abbia varcato la soglia dei 200 milioni nel 2020.
Si tratta di un settore giovane, con ben 10.000 lavoratori coinvolti nella filiera, che saranno certamente in pole position per un’eventuale prossima legalizzazione della marijuana tout court.
Marijuana: aspetti legali vigenti
Al momento la marijuana o cannabis è considerata una sostanza stupefacente e ne è illegale la commercializzazione. La marijuana può essere utilizzata solo a scopo medico o religioso. È necessaria la prescrizione medica e l’approvvigionamento è fornito dallo stato tramite il circuito delle farmacie.
Vi sono state delle sentenze di assoluzione basate sull’utilizzo della marijuana a scopo religioso. Difatti per il credo Rastafariano la marijuana è la pianta cresciuta sulla tomba di Re Salomone e viene utilizzata come coadiuvante della meditazione (erba della saggezza). Tuttavia nel caso veniste arrestati con una quantità di marijuana consistente dovrete dimostrare di essere rastafariani, cosa non scontata ne semplice.
L’uso personale della marijuana non presenta aspetti penali, ma esistono delle pene amministrative che possono essere comminate quali la multa, la sospensione di patente, porto d’armi o permesso di soggiorno. Inoltre è considerata uso personale una piccola quantità di marijuana, relativa a una quantità di principio attivo fino a 500 milligrammi (circa 35 spinelli a grandi linee).
Per quantità superiori il possesso è considerato a fini di spaccio, con conseguente arresto e reclusione dai 6 ai 20 anni e multa dai 26.000 ai 260.000 euro, a meno che il fatto non sia considerato di “lieve entità”, il che prevede pene leggermente più morbide.
Governo Draghi e marijuana: possibilità di investimento?
Come abbiamo visto il mercato potenziale della marijuana è di immenso valore, ma vi pende la spada di Damocle della legalizzazione. Che una legalizzazione passerà è certo, la domanda è quando!
Chiaramente chi investe e lavora nella marijuana CBD si trova avvantaggiato e pronto, con una filiera già pronta. D’altra parte il mercato CBD è anch’esso in espansione, così come la marijuana a scopo terapeutico, che però non è possibile produrre e vendere senza il cappello dell’esercito e dello stato.
In ogni caso il mercato estero, viste le continue legalizzazioni, può avere un valore per l’importazione non appena (e nel caso in cui) verrà legalizzata.
Fonte :trend-online.com