La novità del mercato: la Cannabis poliploide

CHE COS’È LA CANNABIS POLIPLOIDE?

La poliploidia è una mutazione cromosomica, in questo caso particolare nei cromosomi della pianta. I cromosomi contengono l’intero materiale genetico di un organismo, sia animale che vegetale. Questi set cromosomici sono formati da coppie diploidi e lo stesso accade con il set cromosomico della cannabis. Tuttavia, quando un set contiene tre o più cromosomi si tradurrà in un organismo triploide o poliploide. Quindi, gli insiemi cromosomici della cannabis poliploide sono composti da tre o anche più cromosomi invece dei due cromosomi standard. Normalmente in ogni set ci sono due cromosomi, ereditati da entrambi i genitori. Questo significa che le caratteristiche dominanti di una particolare varietà di cannabis sono ereditate dai genitori (è la base della coltivazione). Tuttavia, è in corso una ricerca che vuole esplorare i possibili benefici della cannabis poliploide. In particolare, si stanno esaminando le differenze fra le normali piante femmine e le femmine poliploidi durante la fioritura. Le indagini si concentreranno su molti aspetti, fra cui la comparazione della facilità di crescita, il contenuto di cannabinoidi, il contenuto di terpeni e le dimensioni del raccolto.

LA NOVITÀ DEL MERCATO

I semi di cannabis poliploide rappresentano un approccio completamente nuovo alla coltivazione della cannabis. Sarebbero necessari diversi anni di lavoro in laboratorio per creare, stabilizzare e valutare i risultati di queste piante, seppur la ricerca abbia fatto passi da gigante al riguardo negli ultimi anni bisogna ancora lavorare per poter giungere a un verdetto finale e decisivo sulla questione. La poliploidia nelle piante ha i suoi vantaggi e svantaggi.

Vi sono almeno due noti vantaggi nella cannabis poliploide: innanzitutto le piante sviluppano una forma di eterosi, ridondanza genica (un risultato della duplicazione genica) e riproduzione asessuata. L’eterosi fa sì che i poliploidi siano più vigorosi grazie all’espansione cellulare, la ridondanza genica protegge i poliploidi dalle possibili ulteriori mutazioni. 

Esistono altresì diversi svantaggi ma data la carenza di dati scientifici a riguardo questi contro sono pressoché ipotizzati, sebbene alcuni di essi siano stati sporadicamente documentati. Parliamo del possibile ingrandimento del normale nucleo delle cellule. Ciò comporterebbe una crescita anomala della pianta in talune occasioni. Tuttavia i dati recenti sulla regolazione genica nei poliploidi forniscono informazioni tuttora incomplete sulle risposte genetiche che causano la poliploidia.

Il principale motivo per il quale c’è un enorme interesse nella creazione di sementi di cannabis poliploide è l’aumento del vigore delle piante (eterosi), che teoricamente, potrebbe migliorare la resa e la potenza dei raccolti. Più set cromosomici aggiuntivi nella cannabis potrebbero consentire tassi di crescita con un maggiore contenuto di cannabinoidi. Da alcuni anni il business della cannabis genera un fatturato non irrilevante con grossi target sia medici che ricreativi. Qualsiasi metodo per migliorare nettamente la resa e la potenza viene preso in seria considerazione.

Se i semi di cannabis poliploide si potessero produrre a prezzi accessibili, risulterebbero molto interessanti anche per chi coltiva cannabis in casa. La maggior parte dei coltivatori domestici compra pochi semi di cannabis ogni anno e tenta di soddisfare il proprio fabbisogno con un numero esiguo di piante.

I SEMI DI CANNABIS POLIPLOIDE SONO GIÀ DISPONIBILI?

Da un po’ di anni si moltiplicano i tentativi di creare una genetica stabile di cannabis poliploide, è molto probabile che nei prossimi anni si assista all’arrivo sul mercato dei primi semi di cannabis poliploide. I ricercatori sperano che i semi di cannabis poliploide possano produrre piante con una maggior contenuto di cannabinoidi e rese maggiore rispetto agli altri semi. Tuttavia è giusto dire che qualsiasi produzione di semi di cannabis poliploide avverrebbe in quantità relativamente modeste, dati i costi di produzione.

NESSUN OGM

Contrariamente a quanto si possa pensare, le piante di cannabis poliploide non hanno niente a che vedere con gli organismi geneticamente modificati. E non si hanno notizie riguardanti ceppi di cannabis geneticamente modificati, fortunatamente per noi, poiché i semi in cui viene indotta questa mutazione spontanea del corredo cromosomico non vengono trattati con alcun tipo di OGM.

UN FENOMENO GIÀ PRESENTE IN NATURA

La poliploidia è un processo evolutivo frequente nelle piante, soprattutto nelle specie da fiore, di cui circa il 40% ha più di due cromosomi raggruppati nel nucleo delle loro cellule. Molte di queste sono ortaggi e quindi anche fonti di cibo per l’uomo. Pertanto, non sorprende che questa anomalia cromosomica sia stata involontariamente selezionata per secoli per generare miglioramenti come rese più elevate e frutti più grandi.

Quindi, la poliploidia di molte piante avviene spontaneamente in natura, con l’uomo che ne favorisce la riproduzione fino a diventare la specie predominante. Tuttavia questo non è il caso della cannabis: ad oggi è stato identificato solo un tetraploide naturale della pianta di cannabis.

COME SI PUÒ INDURRE LA POLIPLOIDIA NELLA CANNABIS?

Nell’ultimo decennio, un numero considerevole di studi ha tentato di ottenere una varietà stabile di cannabis poliploide. Tuttavia la letteratura scientifica ha raccolto negli anni tutti gli sforzi compiuti fino ad oggi per ottenere la poliploidia nelle colture più ricercate, compresa la cannabis.

Questi sono alcuni metodi utilizzati:

Colchicina. Questo farmaco è usato per il trattamento della gotta e può essere molto tossico a determinate dosi, ma mostra anche grandi proprietà antimitotiche, cioè è in grado di inibire o fermare la divisione cellulare. Diversi studi sono riusciti a ottenere cannabis poliploide applicandola sui germogli delle piante in crescita.

Orizalina. In alternativa alla colchicina, questo erbicida è in grado di bloccare la crescita delle cellule vegetali. Alcuni studi sono stati in grado di ottenere cannabis poliploide applicando orizalina su piccole sezioni della pianta madre in un terreno di coltura artificiale (espianti in vitro). Quindi, l’orizalina ha dimostrato di essere un agente più efficace e meno tossico della colchicina per ottenere la poliploidia nelle piante.

Incrocio di piante tetraploidi con piante di cannabis diploidi per indurre la triploidia. Il risultato di questo studio ha costituito le prime piante di cannabis triploidi senza semi mai create (essenzialmente non possono produrre semi, anche se esposte direttamente al polline). Avendo tre serie di cromosomi raggruppati, non c’è uguale separazione tra loro per generare cellule sessuali. Questo tipo di pianta triploide senza semi è comune in alcune colture di frutta e ortaggi.

Fonte: www.dolcevitaonline.it

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