“Sono deluso perché in questa sala non si sente un buon profumo di erba”. Sono considerazioni piuttosto inconsuete quelle che il sindaco di New York, Eric Adams, ha simpaticamente affidato ai partecipanti del Cannabis World Congress and Business, lo scorso venerdì al Javits Center di Hudson Yards, nel cuore di Manhattan.
Battute a parte, approfittando della presenza in città di alcuni tra i principali stakeholders nazionali nel campo della marijuana legale, il primo cittadino della Grande Mela ha riaffermato il suo obiettivo di rendere New York una metropoli weed-friendly. Un impegno che parte da lontano e inizia qualche km più a nord, ad Albany.
Nella primavera del 2021, l’ex governatore dem Andrew Cuomo raggiunge infatti un accordo con l’assemblea e fa passare la Marihuana Regulation and Taxation Act (MRTA), ribattezzata “Cannabis Law”. La norma legalizza la cannabis per gli adulti a partire da 21 anni di età in tutto lo Stato, prevedendo una tassazione sulle vendite del 13% – il 9% dei quali destinato allo Stato e il 4% alle autorità locali (tra cui la municipalità di New York).
Secondo le previsioni statistiche, ciò significherebbe entrate extra di 1,25 miliardi di dollari nei prossimi 6 anni, quasi 210 milioni all’anno nelle casse di City Hall. Una cifra che potrebbe essere destinata a questioni critiche come l’impennata di violenza o la crisi abitativa. Pecunia non olet, il denaro non puzza. Anzi, la puzza fa venir voglia di denaro. Come nel caso di Adams.
Entro la fine dell’anno, l’amministrazione statale di Kathy Hochul dovrebbe finalmente distribuire le licenze per vendere (legalmente) la cannabis, mettendo sul mercato le scorte della sostanza psicotropa coltivata dagli agricoltori locali. Donne, minoranze, agricoltori in difficoltà e “individui che hanno vissuto in comunità colpite in modo sproporzionato” dalla lotta alla droga (soprattutto chi è stato condannato per un reato legato alla marijuana) avranno un canale privilegiato per ottenere l’autorizzazione.
Fino al rilascio delle licenze, però, la vendita di cannabis rimarrà formalmente ancora un illecito – mentre il semplice possesso è già legale. Beninteso, “formalmente”. In sostanza, è tutto un altro discorso.
A New York proliferano già i cosiddetti “weed trucks”, venditori ambulanti di erba. Adams ha promesso che la polizia di New York “non userà il pugno duro” contro di loro, e contro chiunque altro venda marijuana senza licenza. Secondo il sindaco, il NYPD si limiterà ad avvertire i venditori che “non si può fare”, salvo poi compiere “qualche forma di intervento” in caso di recidiva.
“L’industria della cannabis potrebbe dare una spinta importante alla nostra ripresa economica, creando nuovi posti di lavoro, distribuendo ricchezza in comunità storicamente poco considerate, e aumentando i proventi fiscali ai livelli statale e municipale”, aveva affermato in un comunicato Adams lo scorso aprile.
I primi Stati USA a legalizzare la vendita di marijuana sono stati, nel 2014, Washington e Colorado. Ad oggi, il numero di Stati weed-friendly ha raggiunto le 18 unità, mentre sono 37 gli Stati che hanno legalizzato la marijuana per uso medico.
I profitti complessivi a livello nazionale della cannabis legale hanno raggiunto i 3,7 miliardi di dollari nel solo 2021. Una cifra che peraltro non tiene conto dei risparmi derivanti dallo snellimento delle procedure legali per i reati legati alla vendita di sostanze leggere
Fonte: www.lavocedinewyork.com