Scopriamo assieme la risposta grazie a questo articolo che permette di essere informati al meglio sul tema
Quando si apre l’argomento cannabis, sono diversi i temi che vengono a galla. Tra gli interrogativi più frequenti troviamo quelli relativi alla tipologia di erba legale coltivabile e acquistabile in Italia. Solo per la sativa si può parlare di legalità? Scopriamo assieme la risposta nelle prossime righe di questo articolo.
Cosa si intende per cannabis sativa?
Prima di entrare nel vivo della risposta alla domanda sopra citata, vediamo un attimo cosa si intende per cannabis sativa. Con questa espressione, si inquadra una delle principali varietà di una pianta presente nella cultura produttiva e agricola umana da secoli e secoli. Coltivata soprattutto per scopi tessili o per il settore edile, è un punto di riferimento importante anche quando si discute di raccolti finalizzati alla creazione di preparati di natura medica o destinati al comparto dell’uso ludico.
Assieme alla Indica, è una delle varietà di cannabis più conosciute. Quest’ultima, come dice il nome stesso, cresce soprattutto nel subcontinente indiano. Fatta eccezione per questo aspetto, le differenze sono davvero molto sottili e riguardano soprattutto il fusto. Non dimentichiamo infatti che, alla base, c’è sempre la Cannabis Sativa L.
Cannabis: quale varietà è legale in Italia?
Vediamo ora il quadro normativo italiano. Per quanto riguarda la cannabis a uso non medico, la Legge 242/2016 consente la coltivazione – non si parla di uso umano – della cannabis sativa. Chi lavora in questo settore deve prendere in considerazione per i propri raccolti solo i semi inclusi nel Registro Europeo delle Sementi (la certificazione attestante l’iscrizione deve essere consegnata all’acquirente, che è tenuto a conservarla per un lasso di tempo di minimo sei mesi in caso di controlli).
Come forse già sai, i prodotti derivanti dalla cannabis sativa non sono psicoattivi. Il THC, principio attivo psicotropo per eccellenza, è infatti presente in quantità estremamente ridotte (massimo lo 0,2%).
Si può vendere in Italia cannabis Indica?
A questo punto, è naturale chiedersi se, in Italia, sia o meno possibile acquistare cannabis Indica. Per rispondere a questa domanda bisogna chiamare in causa innanzitutto il campo della cannabis medica. A tal proposito, va rammentata la possibilità di acquistare in farmacia due varietà di cannabis Indica con efficacia terapeutica, ossia la Bedica, caratterizzata da un dosaggio di THC pari al 14%, e la Pedanius 8 che, invece, si contraddistingue per una percentuale di THC che corrisponde all’8.
Un doveroso cenno va poi dedicato alla possibilità di trovare in commercio infiorescenze di cannabis Indica importate dalla Svizzera, Paese che, come ben si sa, non si trova all’interno della Comunità Europea e non deve rispondere alle sue regole. Oggi come oggi, infatti, la cannabis Indica non risulta negli elenchi del Plant Variety Database – European Commission.
Per acquistare cannabis Indica si può fare riferimento anche a numerosi e-commerce internazionali. Su questi portali, è possibile trovare alcune delle varietà più apprezzate dai coltivatori. Qualche esempio? La Northern Light. Con alle spalle una storia di successi commerciali molto importante, ha caratteristiche che, ancora oggi, sono in parte avvolte dal mistero. Le sue genetiche, infatti, non sono completamente note.
Un’altra varietà di cannabis Indica molto famosa che si può acquistare “uscendo” dall’ambito degli e-commerce italiani è la Sherbet Queen. In questo caso, abbiamo a che fare con una varietà Indica all’85%, nota anche per il suo aroma che è un felicissimo incontro fra sentori terrosi e dolcezza.
Nel momento in cui si acquistano infiorescenze di cannabis Indica – in alcuni casi, possiamo trovare anche tracce di sativa in quanto si parla di veri e propri incroci – bisogna mettersi nell’ottica di una quantità di THC ben diversa rispetto a quella messa in primo piano dalla Legge 242/2016. Parliamo infatti di percentuali di THC che possono essere pari anche al 25.
Fonte:www.lavocediasti.it