COREA DEL SUD: Scoperta proprietà antinfiammatoria degli steli di cannabis

La pianta di cannabis è probabilmente tra le più utili sulla Terra. Gli appassionati di cannabis nel corso della storia umana l’hanno usata per innumerevoli scopi, inclusi medicina e religione. Inoltre, non è un segreto che la pianta di cannabis sia stata utilizzata dagli esseri umani anche a scopo ricreativo.

Le piante di cannabis sono composte da circa 85 cannabinoidi, come il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD) che presenta il 40% dell’estratto totale della pianta. I cannabinoidi sono oggetto di numerosi studi, inclusi quelli incentrati sulla capacità della pianta di combattere l’infiammazione.

Ma che dire degli steli della pianta di cannabis? Sono utili per combattere l’infiammazione in modo significativo? I ricercatori in Corea del Sud hanno deciso di rispondere a questa domanda attraverso un recente studio, i cui risultati sono stati resi pubblici all’inizio di questo mese.

Un team di ricercatori del Gyeongbuk Institute for Bio-industry, del Biomaterials Research Institute e della Andong National University in Corea del Sud ha esaminato semi sgusciati, radici e steli di piante di cannabis. I ricercatori hanno esaminato sostanze fitochimiche non cannabinoidi in quelle parti della pianta di cannabis per vedere se possedessero proprietà antinfiammatorie.
“Quindi, l’obiettivo di questo studio era di indagare gli effetti antinfiammatori degli estratti di cannabis da parti di piante di semi, radici e steli sgusciati che non contengono o non contengono tracce di cannabinoidi”, hanno affermato i ricercatori.

“Tra gli estratti di acqua ed etanolo da tre parti della pianta, l’estratto di etanolo stelo di cannabis (CSE) ha avuto le più potenti attività di scavenging dei radicali liberi e gli effetti soppressivi sulla produzione di ossido nitrico dai macrofagi. In ulteriori studi che utilizzano i macrofagi, il CSE ha efficacemente inibito le risposte infiammatorie indotte dai lipopolisaccaridi (LPS) sopprimendo le citochine proinfiammatorie, il fattore nucleare-?B e le fosforilazioni della protein chinasi attivate dal mitogeno e l’accumulo cellulare di specie reattive dell’ossigeno”, hanno concluso i ricercatori.

“Le analisi gascromatografiche/spettrometriche di massa del CSE hanno mostrato diversi composti attivi che potrebbero essere associati ai suoi effetti antiossidanti e antinfiammatori. Nel loro insieme, questi risultati indicano che il CSE contrasta l’infiammazione acuta e l’apoptosi indotta da LPS, suggerendo applicazioni farmaceutiche per la parte staminale di C. sativa”.

Questi risultati sono significativi dato che così tanta creazione di prodotti a base di cannabis medica è focalizzata sui fiori della pianta di cannabis.  In futuro, è possibile che gli steli possano rivelarsi  preziosi per creare nuovi prodotti destinati alla salute al benessere dell’uomo.

Fonte: www.droghe.aduc.it

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