Cannabis terapeutica, l’appello di Bonino a Mattarella: “È un diritto, il dolore non aspetta”

“Non ho mai creduto agli appelli come strumento di pressione politica, ma per il caso di Walter De Benedetto è importante fare un’eccezione”, ha detto Emma Boninonell’apertura del suo video messaggio inviato oggi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La senatrice si è fatta portavoce e prima firmataria dell’appello che l’uomo, affetto da oltre 30 anni da una grave forma di artrite reumatoide, aveva rivolto lo scorso 20 ottobre, grazie al sostegno di Meglio Legale, alla massima carica dello Stato. Con il suo appello De Benedetto chiedeva il rispetto del diritto alle cure riconosciuto dalla Costituzione.

 

Infatti, nonostante la regolare prescrizione di cannabis terapeutica che gli permetterebbe di migliorare la qualità della vita, De Benedetto è stato costretto – come spesso accade – a sopperire alle lacune pubbliche con l’auto-produzione. Una scelta, quella di coltivare cannabis nel proprio giardino, che lo ha portato a essere indagato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso. Da 14 anni, nel nostro Paese è consentito il ricorso alla cannabis terapeutica, ma il fabbisogno è superiore alla produzione e all’importazione del farmaco. In questi mesi, con il sostegno della campagna pubblica per la legalizzazione della cannabis Meglio Legale e dell’Associazione Luca Coscioni, sono stati in molti a sottoscrivere l’appello di De Benedetto che ha raggiunto oltre 20mila firme. Come ricorda Bonino, il paziente è stato “mandato a processo tra dolori inenarrabili“: il prossimo 27 aprile presso il Tribunale di Arezzo si terrà, infatti, l’udienza decisiva sul caso. Si tratta, ha detto Bonino, di una “crudeltà non necessaria. Questi dolori di centinaia di malati nel nostro paese, inutili e crudeli, non devono ripetersi”; e ha concluso rivolgendosi direttamente al Quirinale: “Presidente, se può, quando può, come può, intervenga lei”.

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