Gli inizi
Fu grazie alle donne della sua famiglia che Cab Calloway si avviò alla carriera musicale. Prima la madre, che gli fece prendere lezioni di canto lirico (come tenore drammatico), poi la sorella maggiore, la cantante Blanche Calloway, che lo introdusse nell’ambiente del jazz di Chicago. Il giovanissimo Cab Calloway – era ancora alle scuole superiori – incontrò così grandi musicisti come Louis Armstrong, Chick Webb, Johnny Jones.
Dopo aver lavorato con vari gruppi come batterista e cantante, nel 1929 gli venne offerta la conduzione di una band di undici elementi, The Alabamians[1]. Poco dopo passò a dirigere un’altra orchestra, The Missourians, più tardi ribattezzata come Cab Calloway and His Orchestra[1], che venne scritturata per sostituire Duke Ellington e la sua band nel prestigioso Cotton Club di Harlem[1].
Il Cotton Club
Il debutto al Cotton Club fu un successo enorme e nel 1931 vi fu assunto con la sua orchestra.[2]Gli spettacoli vennero trasmessi anche alla radio su scala nazionale. Le principali emittenti statunitensi, i grandi network che dominavano la comunicazione all’epoca, riservarono a Cab Calloway uno spazio che mai prima di allora era stato dato ad un artista afro-americano. Divenne così uno dei jazzisti più conosciuti del periodo.
Negli anni trenta Cab Calloway fu il direttore della famosa orchestra del “Cotton Club”. Durante la sua conduzione, suonarono nella band elementi del calibro dei trombettisti Doc Cheatham e Dizzy Gillespie, il bassista Milt Hilton, il sassofonista Chu Berry, il batterista Cozy Cole. Fu la prima orchestra afro-americana ad effettuare una tournée nel sud degli Stati Uniti, nel 1931. Nel 1935 fecero una lunga tournée in Europa, con concerti a Londra, Amsterdam, Parigi ed altre città.
Al periodo del “Cotton Club” risale la canzone più nota di Cab Calloway: Minnie the Moocher, incisa nel 1931, uno splendido esempio della tecnica scat, di cui fu uno dei più grandi interpreti. Fu il primo album jazz a vendere un milione di copie[1]. Originariamente la canzone fu usata nei cartoni animati di Betty Boop.