Nei primi periodi di lockdown c’è stato un minore interesse dei consumatori per le sostanze solitamente associate a eventi ricreativi (ad esempio l’ecstasy ) poiché le persone sono rimaste a casa, ma l’analisi dei campioni di acque reflue (disponibili per alcune città europee) indica che i consumi della maggior parte degli stupefacenti sono ritornati ai valori usuali dopo la diminuzione delle misure restrittive durante l’estate del 2020
Anche sul mercato e sul consumo della droga la pandemia ha avuto un impatto devastante. Ma i trafficanti di droga si sono adeguati alle restrizioni di viaggio e alla chiusura delle frontiere e il consumo che sembrava potesse diminuire invece è rimasto stabile dopo il rallentamento delle misure. E nel caso della cannabis, la sostanza stupefacente più usata in Europa, c’è stato anche un potenziamento del principio attivo. Nella Relazione 2021 dell’Agenzia europea delle droghe, presentata oggi a Lisbona, che ha messo a confronto i report 2020 di 29 paesi, 27 Stati membri più Turchia e Norvegia, si legge che nei primi periodi di lockdown c’è stato un minore interesse dei consumatori per le sostanze solitamente associate a eventi ricreativi (ad esempio l’ecstasy ) poiché le persone sono rimaste a casa, ma l’analisi dei campioni di acque reflue (disponibili per alcune città europee) indica che i consumi della maggior parte degli stupefacenti sono ritornati ai valori usuali dopo la diminuzione delle misure restrittive durante l’estate del 2020.
Circa 83 milioni degli adulti, pari al 28,9%, (dai 15 ai 64 anni) nell’Unione europea si stima nella relazione che abbiano fatto uso di droghe illecite almeno una volta nella vita e che 17,4 milioni di giovani adulti (tra 15 e 34 anni) lo abbiano fatto nell’ultimo anno (16,9%), con circa il doppio dei maschi (21,6 %) rispetto alle donne (12,1%) che hanno riferito di averlo fatto.
Nel 2019 sono state rilevate più di 400 nuove sostanze psicoattive sul mercato della droga in Europa, soprattutto i “nuovi potenti cannabinoidi sintetici e nuovi oppioidi sintetici”, mentre alla fine del 2020 l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze ha monitorato circa 830 nuove sostanze psicoattive, 46 delle quali segnalate per la prima volta in Europa nel 2020. La commissaria europeo per gli Affari interni Ylva Johansson ha affermato che “le sostanze altamente pure e potenti” trovate nei Paesi esaminati sono motivo di particolare preoccupazione. L’uso illegale di droghe in generale, ha avvertito, comporta rischi per l’ambiente, la salute e la sicurezza dell’Ue. La questione “corrompe il tessuto della nostra società, alimentando la violenza e mettendo a rischio la salute e la sicurezza dei nostri cittadini”.
La cannabis continua ad essere la droga più usata in Europa: il suo consumo è circa 5 volte quello di altre sostanze. Ma la resina di cannabis venduta nel Vecchio Continente sul mercato illecito è ora più potente di prima, con un contenuto di Thc (principio attivo) in media tra il 20% e il 28%, quasi il doppio di quello delle erbe di cannabis, mentre prodotti contenenti estratti di cannabis ma a bassi livelli di Thc vengono venduti nella rete commerciale. I livelli di consumo ‘una tantum’ di cannabis variano notevolmente tra i paesi, dal 4% circa degli adulti a Malta al 45% in Francia. Il rapporto solleva preoccupazioni specifiche sull’uso improprio delle benzodiazepine, che sono prescritte per il trattamento dell’ansia ma sono state collegate ad avvelenamenti e decessi per uso non autorizzato. La produzione di anfetamine e metanfetamine è in aumento, afferma il rapporto. La disponibilità di cannabis non è diminuita durante la pandemia, secondo i dati preliminari del 2020. Il consumo di cannabis è rimasto stabile a livelli elevati, mentre le autorità di tutta Europa hanno sequestrato la cifra record di 235 tonnellate di cocaina nel 2019, rispetto alle 195 tonnellate dell’anno precedente.
La cocaina rimane la seconda droga illecita più diffusamente utilizzata in Europa e la domanda da parte dei consumatori ne fa una porzione redditizia del narcotraffico in Europa per la criminalità. Negli ultimi dieci anni la purezza della cocaina è aumentata e il numero di persone sottoposte a trattamento per la prima volta è cresciuto negli ultimi 5 anni. Questi e altri indicatori segnalano la possibilità di un aumento dei problemi legati alla cocaina. La produzione di amfetamina, il secondo stimolante più consumato in Europa dopo la cocaina, avviene vicino ai mercati di consumo nell’Unione europea ed è concentrata principalmente nei Paesi Bassi, in Belgio e in Polonia. L’Europa rimane un’importante fonte di prodotti a base di MDMA che riforniscono
il mercato mondiale.
Sebbene il traffico di droga al dettaglio su strada sia stato condizionato durante i primi lockdown e in alcune aree siano state segnalate minori disponibilità, i venditori e gli acquirenti di droga si sono adattati aumentando l’uso di servizi di messaggistica criptati, applicazioni dei social media, fonti online e servizi di posta e consegna a domicilio. Questo sta ad indicare – viene spiegato che un impatto a lungo termine della pandemia potrebbe essere l’ulteriore digitalizzazione dei mercati della droga. Un mercato che si è dimostrato resiliente, dinamico ed in grado di adattarsi velocemente.
Fonte: .ilfattoquotidiano.it