Il Granducato rinuncia alla legalizzazione della cannabis ricreativa

Il governo lussemburghese sta facendo un voltafaccia quando si tratta di depenalizzare la cannabis sul suo territorio. Un calo che arriva quando l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze ha confermato l’importanza del consumo di cannabis in Francia.

“Depenalizzare, o addirittura legalizzare, a condizioni da definire, la produzione sul territorio nazionale nonché l’acquisto, il possesso e il consumo di cannabis ricreativa per le esigenze personali dei residenti adulti…” Questo è ciò che stiamo facendo. leggi pagina 105 dell’accordo di coalizione di governo 2018-2023 (DP-LSAP-Déi Gréng). Da allora, il tema della legalizzazione è stato regolarmente sollevato dal governo lussemburghese, ma senza che si sia fatto un vero passo avanti. Adesso si sta tirando indietro. A radio 100.7, a fine settembre, il ministro della Salute, Paulette Lenert, ha segnalato che una serie di incompatibilità con la legislazione europea ha impedito la legalizzazione della cannabis nel Granducato. Senza ulteriori dettagli.

“L’abbandono del progetto di legalizzazione della cannabis è un’ammissione di debolezza del governo”, denuncia il partito Déi Lénk (La Sinistra) che insiste “che il lavoro iniziato sia continuato e porti a una legalizzazione del consumo di cannabis, alla promozione e controllo statale della sua produzione regionale e regolamentazione della sua vendita”. Da parte del Partito Popolare Cristiano Sociale (CSV), che si è opposto a qualsiasi progetto di legalizzazione, accogliamo ovviamente con favore questa decisione.
Per ora si tratterebbe comunque di regolamentare i consumi oltre che la cultura solo nella sfera privata e in quantità limitate, ma tutto questo resta da chiarire. Nell’immediato futuro, quindi, rimane autorizzato solo l’uso della cannabis per scopi medici.

È in Francia che la cannabis è la più consumata

La Francia, che di recente ha deciso di autorizzare la vendita di CBD (senza THC, lo psicotropo), su pressione dell’UE, evoca l’ennesima riflessione a favore della regolarizzazione della cannabis. Olivier Véran, ministro della Salute, lo ha indicato durante un’intervista a France Bleu, lo scorso settembre. È vero che il rapporto 2021 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze era appena stato pubblicato. Apprendiamo che il 44,8% dei francesi di età compresa tra 15 e 64 anni ha già fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita (23,3% dei lussemburghesi, al di sotto della media UE: 27,2%). La Francia detiene così il primato europeo. Questa “specificità” del vicino ha pesato nella decisione lussemburghese?

Affermare questo significherebbe mentire, ma questo non è un dettaglio, mentre al contempo la Francia persegue una politica poco tollerante nei confronti del consumo di droga. Comprendi che l’ambizione granducale non è stata necessariamente applaudita con entrambe le mani. Da notare, guarda caso, che il declino del Lussemburgo arriva mentre in Italia, dove è autorizzata la coltivazione della cannabis in casa, purché rimanga per uso personale e in piccole quantità, viene indetto un referendum sulla depenalizzazione per la prossima primavera. Sarà interessante vedere se anche l’Italia si scontra con la normativa europea, se capiterà di percorrere questa strada.

Fonte:www.lasemaine.fr

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