Un prodotto che negli ultimi anni ha varcato la soglia di sostanza di nicchia ristretta ad un gruppo limitato di persone, diventando altresì popolare e diffuso. L’olio di…
Un prodotto che negli ultimi anni ha varcato la soglia di sostanza di nicchia ristretta ad un gruppo limitato di persone, diventando altresì popolare e diffuso. L’olio di canapa si ricava dai semi della pianta omonima tramite spremitura a freddo; il liquido che ne deriva è piuttosto denso e di colore verde chiaro.
Una sostanza naturale che trova oggi ampio riscontro ed utilizzo in tantissimi ambiti, da quello alimentare al lubrificante passando per combustibile e plastificante. Una delle sue peculiarità principali è quello di essere ricca digrassi cosiddetti buoni, il che la rende adatta anche per diversi utilizzi terapeutici.
Differenze con l’olio di Cbd
Uno dei primi aspetti da rimarcare è la differenza che interecorre tra l’olio di canapa ed un altro prodotto cui spesso viene accostato: l’olio di Cbd. Nella realtà dei fatti l’olio di semi di canapa e l’olio di CBD sono prodotti molto diversi.
La principale intercorre nel fatto che l’olio di Cbd utilizza i gambi, le foglie e i fiori della pianta di canapa nella sua produzione che contengono una maggiore concentrazione di Cbd, sostanza con numerosi potenziali benefici per la salute. Nel frattempo, l’olio di semi di canapa proviene dai semi della pianta di Cannabis sativa, non contengono Cbd ed hanno comunque un ricco profilo di nutrienti, acidi grassi e composti bioattivi utili che possono anche avere benefici per la salute.
Olio di canapa e legge in Italia
La questione riferita all’olio di canapa è un po’ contorta: in Italia lo scorso autunno il ministero della Salute lo ha posto tra le sostanze stupefacenti, pur con il parere contrario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che spingeva invece per non farlo.
Oggi è comunque possibile acquistare il prodotto, ad esempio in rete sui tanti siti (legali) come nel caso di Shopganja.it . Una sorta di zona grigia che non contribuisce a fare chiarezza e che anzi lascia l’uso della cannabis e la sua regolamentazione in una condizione di incertezza complessiva dalla quale sarebbe bene emergere.
Il tutto poi, mentre la UE diventa il secondo mercato più grande al mondo per i prodotti di Cbd derivati dalla canapa: il che lascia il nostro paese arretrato rispetto agli altri nella cornice dell’Unione Europea.