Cos’è l’emicrania?

Chiamiamo emicrania al mal di testa d’intensità variabile localizzato generalmente su un lato della testa. I sintomi possono includere nausea e ipersensibilità a luce e suoni. Si tratta di un disturbo che colpisce circa 1 su 5 donne e 1 su 15 uomini in tutto il mondo. La causa precisa delle emicranie è ancora sconosciuta sebbene si siano trovati alcuni fattori che potrebbero incidere sulla loro comparsa:

  • inizio delle mestruazioni
  • stress, fatica
  • certi prodotti alimentari e bibite

È la cannabis efficace nel trattare l’emicrania?

La pianta della cannabis produce dei composti chiamati cannabinoidi che si accumulano nella resina delle infiorescenze. Nel consumarle, i cannabinoidi arrivano al nostro organismo e iniziano a funzionare. Infatti, è grazie alla loro interazione con i recettori del nostro sistema endocannabinoide che le funzioni biologiche del corpo, come i sistemi indicatori del dolore, vengono regolate.

Sebbene le esatte cause dell’emicrania siano ancora ignote, gli studi recenti indicano che potrebbe essere scatenata dalla sovrapproduzione di serotonina. La cannabis è coinvolta nei processi legati a quest’ormone ed è proprio per questo che vari studi evidenziano la sua efficacia nella prevenzione del mal di testa e nella riduzione dei sintomi dell’emicrania. La risposta alla domanda “è la cannabis efficace nel trattamento dell’emicrania?” sarebbe chiaramente: SÌ. Le ricerche scientifiche disponibili sono già abbastanza numerose da affermare che i cannabinoidi sono un rimedio efficace per questa malattia.

Uno studio condotto nel 2019 su 279 pazienti affetti da emicrania dimostrò che l’88,3% degli individui ebbe notevoli miglioramenti dopo il consumo di cannabis. Più della metà notò una riduzione nella frequenza e l’intensità del mal di testa, portando a sua volta a una riduzione nell’uso di farmaci oppioidi.

Quali sono le proprietà della cannabis che contribuiscono al trattamento dell’emicrania?

L’effettività dei cannabinoidi nella mitigazione dei sintomi del mal di testi risiede in tre delle sue proprietà:

  • Proprietà antidolorifiche: probabilmente il sintomo più sgradevole di quest’afflizione è il dolore. È stato dimostrato che i cannabinoidi aiutano ad attenuarlo tramite l’interazione con i recettori CB1 situati in zone specifiche del cervello. Secondo questo studio, i cannabinoidi riuscirono a lenire la sensazione di dolore nella più grande maggioranza di pazienti coinvolti.
  • Proprietà inibitori di serotonina: come detto prima, diversi studi evidenziano un legame tra le emicranie e le variazioni nei livelli di serotonina dei pazienti. A quanto pare, l’emicrania viene scatenata da una sovrapproduzione di serotonina e il THC, in quanto capace di agire sulla serotonina, è il cannabinoide ideale per combattere il disturbo.
  • Proprietà vasocostrittrici: molti studi sostengono che l’emicrania potrebbe essere generata dalla dilatazione dei vasi sanguigni nel cervello. Questo processo è anche strettamente collegato al rilascio di serotonina nel senso che provoca una contrazione delle arterie. Ecco perché l’effetto vasocostrittore della marijuana si rivela molto utile per il trattamento del mal di testa.

Il rapporto tra il sistema endocannabinoide e l’emicrania

Stando agli esperti, il sistema endocannabinoide svolge un ruolo essenziale nel trattamento dell’emicrania. Numerose evidenze dimostrano che chi ha una mancanza di anandamide, l’endocannabinoide più simile al THC, è più incline a soffrire di emicranie. Questo spiegherebbe perché l’assunzione di THC, un fitocannabinoide che imita all’anandamide (prodotta dal nostro organismo), è capace di alleviare l’emicrania.

Conclusioni

I cannabinoidi sono un’alternativa da prendere in seria considerazione soprattutto dai pazienti affetti da emicrania grave che si sono visti costretti a usare farmaci oppiacei nonostante le loro effetti collaterali nocivi per la salute e il rischio di diventarne dipendenti. Riteniamo però di massima importanza che il trattamento a base di cannabis sia eseguito sotto stretto controllo medico nella misura del possibile. La dose, la frequenza di utilizzo e il metodo di consumo saranno fattori determinanti per l’efficacia del trattamento.

Fonte : dinafem.org/it