CBD, Cannabinoidi o anche Canapa industriale legale sono solo alcuni dei modi per riferirci ad una cosa sola. Al di là dell’immaginario collettivo che la vuole un vizio per ragazzacci la marijuana conserva proprietà e caratteristiche che la rendono una panacea contro molti mali della specie.
Si tratta a tutti gli effetti di una pianta officinale, proprio come la melissa o la camomilla. La sua componente non psicoattiva, il CBD, svolge un importante ruolo per la natura e per l’uomo.
1.Cannabis come bio-accumulatore e fito-depuratore
La Cannabis Sativa industriale, quella che che il nostro legislatore ha in parte ammesso alla produzione e commercializzazione, è capace di immagazzinare metalli pesanti e altre sostanze tossiche o inquinanti, non solo senza compromettere la propria crescita ma di fatto agendo come purificatore. Rispetto ad altre sue gemelle per tale scopo, come girasoli, mais o graminacee è in grado di prosperare anche con pochi nutrienti presenti nel terreno rendendola adatta a qualsiasi clima e dunque a basso impatto economico.
Esperienze tangibili le ritroviamo:
- A Taranto alcuni allevatori hanno avvertito la necessità di convertire i pascoli in canapa per limitare i danni causati dalla piaga ecologica rappresentata dall’acciaieria dell’Ilva per terreni e bestiame.
- In Sardegna, nelle aree industriali e inquinate del Sulcis aziende e università stanno studiando il comportamento fito-depurativo su un terreno di cinquemila mq.
- A Gela, in Sicilia, nonostante la una forte opposizione della politica locale, l’area industriale ha avviato un progetto sperimentale per la bonifica di terreni altamente inquinati.
- Il caso più celebre è forse quello legato alla triste storia di Chernobyl che nel 1996, dopo aver provato con mais e girasoli ha tentato la via della canapa, per migliorare (quanto possibile) la disintossicazione delle zone limitrofe alla centrale nucleare colpita dalla storica e drammatica esplosione nel reattore della centrale (1986).
- Noto tra l’altro, il suo potenziale che migliora la qualità del terreno nei processi di rotazione colturale, poiché ripristina fertilità e funzioni ecologiche per le successive semine senza l’utilizzo di fertilizzanti chimici, pesticidi o solventi.
2.Alimentazione e Canapa
Presente in molte civiltà sin dall’età del Bronzo, utilizzata dalle vecchie e dalle nuove generazioni sia nell’alimentazione, che a scopi curativi, anche per il fatto che la pianta cresceva libera e senza intromissioni dell’uomo e della tecnica.
Fino ai primi del ‘900 fu una risorsa in campo tessile, cantieristico navale ed edile. Di recente è tornata in voga grazie alla cultura vegan rispolverando antichi saperi sui suoi semi, gli oli e i derivati (farine, pasta, pane, biscotti e minestrine).
I nutrizionisti considerano la canapa un superalimento perché contribuisce a rafforzare il sistema immunitario, ormonale e nervoso. Integratore vegetale dalle proprietà antiossidanti, ricco di vitamine, minerali, enzimi, omega-3 e 6 e del difficilmente reperibile acido gamma linolenico (GLA).
Il CBD interferisce con i recettori endocannabinoidi del nostro sistema nervoso centrale (sì, congenitamente siamo predisposti ad assorbire il loro potere, c’è un posticino dentro di noi che lo aspetta e ne necessita).
Studi e ricerche sull’uso della cannabis sativa industriale in cucina scongiurano quelle patologie facilmente gestibili con prevenzione e alimentazione equilibrata.
- Colesterolo
- Trigliceridi
- Infiammazioni intestinali
- Dolori muscolari e muscoloscheletrici
- Circolazione e patologie cardiache
Un dato curioso da segnalare è la scelta dell’Ecuador, dal 2019 maggiore produttore mondiale di gamberi, di convertire l’alimentazione dei relativi allevamenti con mangimi a base di canapa, perché più economici, sicuri e redditizi. Ricchi di proteine sane, a parità di nutrienti il rapporto con il peso è di 1:3 con i tradizionali mangimi (mais).
3.Cura della persona e medicina
Per migliaia di anni coltivata come erba medicinale, proibizionismo e ortodossia conservatrice avversa alla cultura hippie hanno giocato un ruolo decisivo per la messa al bando. Negli ultimi anni, nonostante le difficoltà di portare avanti studi e ricerche mediche su sostanze sostanzialmente illegali, sono aumentati gli approcci terapeutici a base di CBD per la loro comprovata efficacia.
Sul tema, la letteratura scientifica ha chiaramente visioni discordanti, come è sano e giusto che sia. L’efficacia terapeutica e l’uso ammesso del CBD attengono al trattamento sintomatico comunque a supporto dei protocolli medicali standard. Liberalizzare l’uso, in tutte le sue forme potrebbe aiutare, tra le cose, gli scienziati in campo medico.
Può capitare, infatti, di trovarsi nel dibattito su Parkinson o Alzheimer, ad esempio, in cui la casistica analizzata e i dati riportarti non sembrano sufficienti a dimostrarne in che misura la cannabis riesca a rallentare degenerazione di tessuti e neuroni ma anche di ascoltare esperienze di malati affetti da queste tipologie che ne sostengono a gran voce un uso più largo per i benefici testati con l’uso di marijuana medica.
L’Italia ne riconosce uso e prescrizione (D.M. Salute 9 novembre 2015 – Convenzione unica sugli stupefacenti 1961, artt.23 e 28) per trattare:
- sclerosi multipla
- lesioni al midollo spinale
- dolore neurogeno (se oppioidi e cortisonici non hanno prodotto effetto)
- alleviare disturbi provocati da chemio e radio-terapia
- favorire appetito nei malati oncologici, affetti da HiV e AIDS
- palliativo per dolori dovuti a glaucoma, sindrome di Tourette
- broncodilatatore nelle crisi d’asma
Risulta inoltre un alleato per i disturbi del sonno, fibromialgia, ansia e disturbi post traumatico da stress e alcune degenerazioni di schizofrenia.
4.Canapa e Mercato
Ovvero: della Canapa non si butta via niente!
Alzi la mano chi ha visto il proprio papà o l’idraulico giocare con quelle chiome bionde e stoppose. Ebbene quella era canapa, capelli di canapa per isolare i tubi. Come lo erano le fibre delle vele o delle reti da pesca che circolavano fino all’arrivo delle quelle sintetiche, fino a quando l’Italia (
) risultava essere uno dei maggiori produttori al mondo. Il settore è chiaramente in crescita e tendenzialmente i governi nazionali si progressivamente sembrano aprirsi a varie forme di liberalizzazione, tanto da parlare New Canapa EconomyEsempio virtuoso di economia circolare che per quanto bistrattata è in grado di generare indotto commerciali trasversali a tutti i settori del mercato, generando profitti di filiera che nel 2021 si stima potrebbero toccare i 30mld di fatturato.
Utilizzata anche:
- Per produrre cosmetici, shampoo, balsami e “creme” per il viso anallergiche e sicure.
- Carta, bella carta. Increspata, grossa, sostenibile.
- Bio-plastiche e bio-carburanti
- Materiali per bio-edilizia (pannelli isolanti, mattoni, intonaci)
- Attività didattiche, florovivaismo e hobbistica
Non esiste cosa che la cannabis non sia in grado di realizzare. Perpetrare la miope lotta all’illegalità e all’immoralità sembra più un tacito sostegno alle organizzazioni criminali che un passo verso sostenibili attività di crescita e sviluppo. Il consumo per scopi
è solo la punta di un iceberg che non in grado di mettere in luce il suo aspetto significativo di strumento di resilienza per molte economie in crisi o emergenti, come quella nostra.Rifiutarsi di prendere parte al dibattito, chiudersi nella logica del “droga sì o droga no” rischia di non mettere in luce i reali privilegi che la canapa è in grado di produrre anche per le tasche sempre vuote degli Stati Occidentali che con tanta premura ne impongono miopi restrizioni senza alcun effetto su traffico nero e criminalità organizzate internazionali né tantomeno ad un sistema giuridico appesantito da ridicole e lunghe cause penali legate ad una legislazione ancora troppo ombrosa e faziosa.