Per la straordinaria variabilità di clima, suolo e morfologia del terreno, l’Italia è un Paese che si adatta a numerosissime colture, ognuna delle quali trova la sua massima espressione di eccellenza in una particolare area.
QdC® – Quaderno di Campagna® ti permette di gestire tutte le colture Italiane, dalla A di Abete alla Z di Zucchino. Nei prossimi mesi riprendermo gli appuntamenti Focus Coltura, con i quali lo scorso anno abbiamo approfondito la conoscenza delle 5 colture più diffuse in Italia: Mais, Vite per Uva da Vino, Frumento, Pomodoro, Olivo.
In questa nuova rubrica ci concentreremo invece su colture meno diffuse sul territorio nazionale, concentrate in aree più ristrette, ma comunque di grande importanza o possibilità di sviluppo.
Iniziamo oggi da una coltura in passato molto diffusa nella pianura Padana, sostituita poi negli anni da specie a più alto reddito, ma che oggi è tornata sotto i riflettori e presenta grandi possibilità di sviluppo: la Canapa.
Descrizione della Pianta
La Canapa (Cannabis sativa L.) è una coltura originaria delle regioni a nord e a sud dell’Himalaya, diffusasi in Italia a partire dal I secolo a.C. e, in particolare, durante il Medioevo per utilizzo tessile.
Pianta interessante sia dal punto di vista ambientale che economico: non necessita, infatti, di particolari interventi fitosanitari, risulta poco esigente in materia di suolo e fertilizzanti, tollera una certa salinità, ed è in grado di produrre contemporaneamente semi dall’alto valore nutrizionale e fibra di buona qualità per molteplici scopi industriali.
È inoltre utilizzata come coltura energetica, anche se nelle condizioni pedoclimatiche mediterranee, non sembra dare particolari vantaggi rispetto ai più diffusi sorgo, mais o barbabietola.
Fonte: imagelinenetwork.com