Preparazione di un raccolto in esterno
È arrivata la primavera, il momento ideale per iniziare a progettare una nuova coltivazione di marijuana in outdoor. I preparativi comprendono la scelta del luogo, le tecniche di coltivazione da adottare, la preparazione del substrato, l'acqua da utilizzare e tanto altro da scoprire.
Coltivazione di marijuana outdoor: SCELTA DEL LUOGO
I fattori da tenere in considerazione per eleggere un posto ideale dove coltivare marijuana outdoor sono la sicurezza ed il clima. Il luogo deve essere protetto da sguardi indiscreti, lontano da eventuali vicini per via dell’odore che si potrebbe diffondere quando le piante sono in piena fioritura, allertandogli sulla presenza di una piantagione di marijuana nelle vicinanze. Deve avere a disposizione un accesso diretto ad una fonte d’acqua perché durante i mesi estivi le piante ne consumano grandi quantità; gran parte del successo di una coltivazione di marijuana outdoor dipende dalla disponibilità di acqua. I fattori climatici da valutare nella scelta di un luogo sono le ore di luce solare diretta, l’esposizione al vento e il tasso di umidità. Per una crescita ottimale le piante hanno bisogno quotidianamente di almeno 6 ore di luce solare diretta, bisogna tenere in considerazione che la posizione in cui ci troviamo rispetto al Sole cambia costantemente nel corso dei mesi. Possiamo servirci di una applicazione che simula la traiettoria del Sole per scegliere il posto adatto.
Le piante esposte continuamente a forti correnti si disidratano molto velocemente, di conseguenza scegliere un luogo riparato dal vento. Anche il tasso di umidità è molto importante, un posto molto umido favorisce la formazione di malattie fungine come botrite o l’oidio.
VASI, LETTI DI TERRA, IN SUOLO
La coltivazione di marijuana outdoor può essere realizzata nei classici contenitori per piante oppure costruendo dei letti di terra o semplicemente piantando direttamente nel terreno. Vediamo quali sono le differenze.
I vasi sono comodi da muovere in base alle proprie necessità, ad esempio, per proteggere le piante dalle intemperie o dalla vista dei ficcanaso, possono essere spostate in un altro luogo o in una posizione più protetta. Risultano perfetti quando si coltiva sul balcone e in terrazzo. Tuttavia le piante coltivate in vaso dispongono di uno spazio limitato per la crescita delle radici, richiedono maggiore frequenza d’irrigazione e delle specifiche attenzioni riguardo la loro dieta. Coltivare in contenitori di grandi dimensioni è un’ottima soluzione, un vaso di almeno 45 litri rappresenta un buon compromesso.
I letti di terra offrono diversi vantaggi, innanzitutto impediscono fenomeni di asfissia radicale provocati dal ristagno idrico o dal compattamento del terreno, infatti la superficie di coltivazione è separata da quella calpestabile. Un altro vantaggio è che possiamo migliorare la qualità del substrato di coltivazione senza dover necessariamente intervenire su tutta l’area a disposizione. La superficie rialzata dei letti, oltre a fungere da barriera per i piccoli predatori, rende anche più comode le operazioni di manutenzione del giardino. Generalmente i letti di terra hanno forma rettangolare, le dimensioni ideali sono di massimo 120 cm di larghezza, in questo modo garantiamo l’accesso a qualsiasi punto della coltivazione, l’altezza del letto deve essere di almeno 25-30 cm affinché le radici abbiano abbastanza spazio per crescere, invece la lunghezza varia da pochi metri fino a decine di metri per i letti più grandi in base allo spazio a disposizione e alle esigenze personali. Non dimenticate di lasciare dei corridoi di passaggio tra un letto e l’altro, sufficientemente larghi da poter passare con una carriola. I letti si possono realizzare ammassando semplicemente dei cumuli di terra oppure creando delle vere e proprie pareti intorno al perimetro del letto; generalmente le pareti sono fatte di legno ma a volte anche di mattoni.
Piantare direttamente nel suolo è il sogno di molti grower, non a caso le piante coltivate in questo modo possono raggiungere dimensioni enormi. Basta pensare che le radici della cannabis possono crescere oltre 3 metri di lunghezza se hanno sufficiente spazio a disposizione. Generalmente i substrati naturali sono ricchi di vita, popolati da numerosi microrganismi che rappresentano esclusivamente un vantaggio per la coltivazione di marijuana di ottima qualità. Inoltre le piante coltivate in questo modo hanno bisogno di essere irrigate con meno frequenza. Un svantaggio, non di poco conto, è che le piante non posso essere spostate in base alle proprie necessità.
Quando si pianta direttamente nel suolo la sua struttura viene previamente migliorata realizzando in superficie uno strato ricco di materia organica e di altri ammendanti naturali .
Le grandi aree di coltivazione dedicate alla marijuana outdoor vengono arricchite cospargendo humus di lombrico, compost, stallatico e calce dolomitica alcuni mesi prima di iniziare a coltivare, in modo tale che si integrino completamente nella rete alimentare del suolo.
Un’altra tecnica impiegata soprattutto dall’agricoltura rigenerativa, è quella di piantare per tutta l’area delle cover crop – o colture di copertura – come ad esempio le leguminose che sono efficacissime come azotofissatori; nelle regioni più calde si possono piantare anche a novembre, mentre nelle zone più fredde bisogna anticipare al mese di settembre. Con l’inizio della primavera le colture di copertura vanno tagliate e utilizzate per la pacciamatura del terreno, arricchendolo in questo modo di materia organica.
Una soluzione più pratica per piccole coltivazioni è quella di scavare delle buche che verranno riempite con un substrato realizzato da noi. Piante di medie dimensioni hanno bisogno di una cavità di almeno 60 cm sia di diametro che di profondità. Nei terreni particolarmente compatti questa operazione è necessaria per migliorarne la struttura.
Coltivazione di marijuana outdoor: IL TERRENO
In questo articolo analizzeremo come realizzare una coltivazione di marijuana outdoor al 100% organica, senza l’impiego di fertilizzanti in bottiglia, ma creando da soli in casa propria un substrato che preveda e anticipi le necessità della pianta coltivata durante l’intero ciclo vitale.