CBD e sistema endocannabinoide

Cbd: effetti e benefici

Il cannabidiolo, o CBD come viene comunemente chiamato, è uno dei tanti cannabinoidi contenuti nella Cannabis, ma a differenza del ben più conosciuto THC, il tetraidrocannabinolo, il CBD non ha alcun effetto psicotropo. Anzi, la ricerca è riuscita a dimostrare, con prove incontrovertibili, che il CBD possiede significative proprietà terapeutiche. Oggi il cannabidiolo è stato riabilitato in quasi tutti i paesi occidentali e ciò ha aperto le porte alla legalizzazione della Cannabis Light, un’erba a basso contenuto di THC, utilizzata diffusamente da moltissime persone per alleviare i sintomi di alcune patologie.

Cos’è il cannabidiolo?

Fino a oggi quando si parlava di cannabis, il pensiero correva subito al THC, il cannabinoide psicoattivo responsabile dell’effetto euforizzante e inebriante della marijuana. E non c’è dubbio che fosse quello maggiormente ricercato, tanto che, sollecitati dalla domanda di erba sempre più performante dal punto di vista degli effetti psicotropi, i coltivatori di tutto il mondo si impegnavano nella produzione di nuovi incroci di piante, al fine di ottenere nuove varietà con una più alta concentrazione di THC. Eppure il tetraidrocannabinolo è solo uno degli oltre 80 tipi di cannabinoidi contenuti nella canapa e da quando la ricerca si è focalizzata sugli effetti benefici del CBD, i produttori hanno cominciato a produrre insoliti incroci, in cui il cannabidiolo è presente in modo preponderante rispetto al THC. In realtà i due cannabinoidi sono nati per lavorare in tandem, amplificando le rispettive qualità positive e riducendo quelle negative: il THC, soprattutto se assunto in quantità elevate, provoca diversi effetti psicotropi apprezzati dai consumatori, ma in determinate condizioni facilita l’insorgere di ansia, paranoia e panico. Questi sintomi, però, vengono efficacemente contrastatati dal CBD, che contribuisce a ridurre il battito cardiaco accelerato, alleviando lo stato ansioso. In estrema sintesi, sebbene entrambi abbiano le loro peculiarità e la capacità di incidere sulle condizioni psico-fisiche del consumatore, è lavorando insieme che i cannabinoidi riescono a esprimere la massima efficacia, una proprietà conosciuta come “Effetto Entourage”.

Il CBD e il sistema endocannabinoide

In termini percentuali, rispetto il THC, il CBD è presente in misura minore e stimolando specifici recettori sensoriali del cervello è in grado di produrre significativi effetti terapeutici. Diversi studi hanno dimostrato che il corpo umano possiede un efficiente sistema endocannabinoide, composto da specifici recettori collegati al sistema nervoso. Può sembrare strano, ma anche noi produciamo cannabinoidi e quando queste molecole chimiche si legano a un recettore, il corpo risponde con una serie di effetti fisici e psicologici.. Per esempio, molti cannabinoidi endogeni, ossia prodotti dall’organismo, sono i veri responsabili di alcune delle più comuni percezioni sensoriali, come appetito, sonno, dolore e stato generale dell’umore. I cannabinoidi esogeni, come THC e CBD, pur provenendo da fonti esterne funzionano allo stesso modo, con benefiche ricadute sul nostro corpo.

CBD: effetti benefici su corpo e mente

Nonostante uno strisciante scetticismo da parte della comunità scientifica internazionale, sono ormai centinaia gli studi che dimostrano come il CBD sia in grado di alleviare, se non di eliminare del tutto, un gran numero di sintomi derivanti da alcune patologie, anche importanti come la sclerosi multipla e alcuni disturbi mentali. Ma vediamo quali sono i principali effetti terapeutici del cannabidiolo.

  • Riduce il dolore cronico – Uno studio del 2012, pubblicato sulla rivista Journal of Experimental Medicine, ha dimostrato come il CBD sia un valido alleato nel combattere i dolori cronici infiammatori. Il cannabidiolo agisce direttamente sul recettore CB1, generando importanti effetti analgesici, in grado di mitigare la percezione dolorosa provocata da alcune malattie.
  • Allevia l’ansia – I sintomi del DPTS (Disturbo Post Traumatico da Stress) e del DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo) possono essere efficacemente trattati con il CBD. Diversi studi hanno ormai accertato che queste patologie sono causate da una carenza di anandamide nel sistema endocannabinoide. Ristabilendo la giusta dose di cannabinoidi nell’organismo, le manifestazioni più fastidiose di questi disturbi risultano significativamente alleviate.
  • Possiede proprietà antipsicotiche – Appurato che il CBD agisce positivamente nel mitigare gli effetti psicotropi del THC, alcuni studi suggeriscono che possa essere utilizzato per il trattamento di alcune patologie mentali, tra cui la schizofrenia.
  • Riduce la nausea e il vomito – Una ricerca, pubblicata sulla rivista British Journal of Pharmacology, ha dimostrato come il CBD abbia proprietà antiemetiche. L’assunzione di cannabidiolo mitiga la nausea e contribuisce a fermare il vomito, anche grazie alle sue virtù rilassanti che incidono direttamente sulle contrazioni dello stomaco.
  • Ha potere anticonvulsivante – In questo caso gli studi sono ancora molto arretrati e non si conoscono ricerche esaustive sull’argomento. In ogni modo, si riscontrano dettagliate testimonianze di pazienti affetti da epilessia, con cui certificano l’efficacia del CBD nel diminuire il numero delle crisi epilettiche da loro sperimentate.
  • Combatte l’acne – Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, il CBD concorre nel curare l’acne ed è questo il motivo per cui molti prodotti per la pelle contengono canapa di tipo industriale.
  • Riduce le masse tumorali – Anche in questo campo la ricerca deve ancora mettere una parola definitiva, ma gli studi fin qui condotti sulla capacità del CBD di incidere sulla proliferazione cellulare fanno ben sperare. Per il momento è però accertato che l’assunzione di cannabidiolo possa alleviare efficacemente i fastidiosi effetti della chemioterapia, diminuendo la nausea e favorendo la comparsa di piacevoli sensazioni di benessere.

In virtù di tutte queste proprietà, al CBD sono stati riconosciuti i suoi meriti e nel 2016 il governo italiano ha reso legali produzione e commercializzazione della cosiddetta Marijuana Light. Questo tipo di cannabis, con percentuali di THC inferiori allo 0,6%, presenta invece tassi variabili di cannabidiolo e viene oggi acquistata da un numero sempre crescente di consumatori.

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