Tutto quello che c’è da sapere sulla stagione della cannabis

La stagione della cannabis si riferisce ad un preciso periodo dell’anno in cui i coltivatori possono far crescere con successo le loro piante di cannabis all’aria aperta. I coltivatori indoor di tutto il mondo possono tranquillamente seminare, coltivare e raccogliere una coltura dietro l’altra senza badare minimamente al periodo dell’anno in cui si trovano. Al contrario, chi predilige coltivare al sole deve pianificare ed agire in sinergia con i cicli della natura. Rispettare la stagione della cannabis non è diverso da altre forme di orticoltura. Anche i contadini che coltivano ortaggi annuali devono seminare e trapiantare le piantine man mano che avanza la primavera, raccogliendo le ultime colture della stagione prima dell’arrivo delle gelate autunnali.

  • Emisfero settentrionale

Il calendario della stagione della cannabis varia a seconda della regione. Nell’emisfero settentrionale (o boreale), l’equinozio di primavera cade a fine marzo, segnando l’inizio della primavera e delle giornate progressivamente più lunghe. Sebbene faccia ancora troppo freddo per spostare le piantine di cannabis all’aperto, molti coltivatori danno il via alla stagione seminando indoor e facendo crescere le giovani piantine sotto lampade di coltivazione. A seconda delle date delle ultime gelate (che variano da regione a regione), i coltivatori sono soliti trapiantare all’aperto le proprie piante da aprile a fine maggio. La stagione della cannabis dura in totale dai 6 agli 8 mesi e termina con le prime gelate a fine settembre o ottobre.

  • Emisfero meridionale

Le cose sono un po’ diverse nell’emisfero meridionale (o australe), dove le stagioni sono praticamente l’opposto di quelle settentrionali. Qui, la stagione della cannabis inizia intorno a settembre (inizio primavera) e va fino a febbraio (fine estate) e marzo (inizio autunno).

  • Regioni tropicali

Ma le stagioni globali della cannabis non sono binarie. Chi coltiva marijuana vicino all’equatore può farlo tutto l’anno. Qui, le giornate durano circa 12 ore tutto l’anno, indipendentemente dalla stagione. I climi caldi ed umidi a questa latitudine consentono ai coltivatori di far crescere tutti i tipi di piante senza troppi sforzi.

Tuttavia, la cannabis può mettere a prova le capacità dei coltivatori. A quanto pare, le varietà di cannabis fotoperiodiche hanno avuto origine nell’Asia orientale. In questa regione le piante dovevano seguire i segnali stagionali per crescere in fase vegetativa, fiorire e riprodursi prima dell’inizio delle gelate letali. Pertanto, la cannabis ha sviluppato la capacità di avviare la sua fioritura quando le ore diurne stagionali diminuiscono. Indoor, il ciclo di 12 ore di luce accesa e 12 ore spenta imita le ore di luce disponibili nell’equinozio autunnale e spinge le piante di cannabis a fiorire.

Siccome ai tropici le giornate rientrano in questo intervallo durante tutto l’anno, le piante fotoperiodiche iniziano a fiorire dopo poche settimane dalla germinazione. Tuttavia, nelle varietà di cannabis che crescono all’equatore si sono verificate delle mutazioni che spingono le piante a fiorire in base a segnali diversi, rendendole diverse dalle cultivar fotoperiodiche ed autofiorenti.

  • Il ruolo dell’altitudine

Infine, l’altitudine gioca sempre un ruolo molto importante nella stagione colturale della cannabis, indipendentemente dalla latitudine. Le stagioni colturali sono più brevi a quote più elevate, poiché le gelate si dissipano più tardi ed arrivano prima.
Le piante autofiorenti e quelle a fioritura rapida sono quindi più adatte a tali aree.

Bisogna tenere presente che la cannabis è una pianta annuale. Come suggerisce il nome, le piante annuali vivono il loro intero ciclo di vita (dalla germinazione alla fioritura e alla produzione di semi) in un’unica stagione colturale. La sopravvivenza di nuovi semi durante l’inverno assicura la sopravvivenza delle linee genetiche. Altre colture annuali popolari includono pomodori, cetrioli e zucca.

Il ruolo del fotoperiodo

Con fotoperiodo ci riferiamo al ciclo ricorrente di periodi di luce e buio a cui sono esposte le piante. Come accennato in precedenza, molte varietà di cannabis sono sensibili all’esposizione alla luce e passeranno dalla fase vegetativa alla fioritura man mano che la luce disponibile diminuirà.

iantare i semi indoor offre alle piante le migliori possibilità di sopravvivenza, soprattutto se hanno una stagione di crescita complessivamente più breve. Anche dopo l’inizio della fioritura, le varietà sativa tendono ad impiegare molto più tempo per maturare e, quindi, hanno bisogno di una stagione colturale più lunga rispetto alle loro controparti indica.

Per coloro che vivono a latitudini estreme, la maggior parte delle varietà fotoperiodiche non riesce a superare l’alternarsi delle stagioni. Fortunatamente, un particolare tipo di cannabis si è evoluto per affrontare questo dilemma. Le varietà autofiorenti derivano da una sottospecie di cannabis nota come ruderalis, una genetica che si è evoluta alle latitudini settentrionali ed è mutata per adattarsi a queste condizioni.

Invece di fare affidamento sul fotoperiodo, la cannabis ruderalis fiorisce in base ad un orologio interno. In genere, le piante entrano in fase di fioritura diverse settimane dopo la germinazione, una volta che hanno sviluppato 5–7 nodi. Siccome le autofiorenti hanno un breve ciclo di vita di 8–12 settimane, sono la scelta ideale per i coltivatori che vivono in climi più freschi con stagioni colturali brevi.

Calendario per la stagione colturale della cannabis

Indipendentemente da dove vivete, ogni periodo della stagione della cannabis è correlato a diverse fasi del ciclo di crescita delle piante. Quando la stagione colturale è più lunga, i coltivatori hanno un maggior margine di manovra, soprattutto per iniziare un po’ prima, ma i calendari potrebbero sovrapporsi in alcuni casi. Qui di seguito vi riportiamo a quale fase di crescita corrisponde ogni periodo dell’anno, con una particolare attenzione all’emisfero settentrionale.

  • Inizio primavera (germinazione)

La stagione colturale outdoor viene spesso avviata indoor nell’emisfero settentrionale, solitamente verso fine marzo. Potendo controllare con precisione temperatura ed umidità possiamo far germinare i semi con maggiore efficacia ed aumentare il tasso di sopravvivenza delle piantine. La maggior parte dei coltivatori mantiene le piantine al chiuso sotto luci artificiali fino a quando non acquisiscono massa, evitando così che cadano vittime di gelate tardive letali.

  • Tarda primavera (trapianto)

Una volta passato il rischio di gelate (di solito ad inizio maggio), i coltivatori spostano le loro giovani piantine all’aperto. Un periodo di “acclimatamento” consente alle piante di irrobustirsi adattandosi al nuovo ambiente con maggiore facilità. Ciò implica essenzialmente mantenere le piante outdoor per intervalli sempre più lunghi ogni giorno, fino a quando non correranno più il rischio di morire o affrontare uno shock eccessivo. Se avete una serra normale o a tunnel, potete invece trapiantare le piante e mantenere una velocità di crescita costante, proteggendole dalle intemperie.

  • Inizio estate (fase vegetativa e fase finale per le autofiorenti)

Nei mesi di giugno e luglio, molte varietà autofiorenti si avvicineranno alla fine del loro ciclo di vita. Nel frattempo, i coltivatori di varietà fotoperiodiche dovranno iniziare a potare e sottoporre a tecniche di training le piante in piena fase vegetativa. In questo modo potranno modellare la loro chioma ed aumentare i futuri siti da cui si svilupperanno le cime.

  • Fine estate (ultime settimane di fase vegetativa ed inizio fioritura per le varietà precoci)

In questo periodo bisogna continuare a concimare, irrigare ed applicare tecniche di training. Le piante avranno ormai assunto dimensioni significative e la graduale diminuzione del fotoperiodo in agosto creerà cambiamenti fisiologici all’interno delle piante che le spingeranno ad iniziare a fiorire.

  • Inizio autunno (fioritura e raccolta)

A questo punto, i coltivatori passano ai fertilizzanti per la fioritura e mirano a ridurre l’umidità nelle serre utilizzando un’adeguata ventilazione. Le piante coltivate outdoor, essendo esposte ai raggi UV, producono di solito concentrazioni maggiori di terpeni e cannabinoidi per proteggersi. Le varietà a predominanza indica raggiungeranno la fine della fase di fioritura ad inizio autunno (metà/fine settembre). Le varietà sativa più alte avranno invece bisogno di un po’ più di tempo per maturare. I coltivatori dovranno poi realizzare il lavaggio delle radici, raccogliere e pulire le cime per la loro successiva essiccazione e concia.
Puoi coltivare seguendo il ciclo lunare  qui.

Perché le varietà di cannabis maturano a ritmi diversi?

Le varietà di cannabis maturano a velocità diverse per una serie di motivi. La genetica gioca il ruolo più importante. Le autofiorenti sono le prime a raggiungere il traguardo a causa di mutazioni che le costringono a fiorire in base all’età, mentre le cultivar fotoperiodiche coltivate in regioni con lunghe stagioni colturali impiegano qualche settimana in più, se non mesi, per raggiungere la data del raccolto. All’interno della categoria della cannabis fotoperiodica, le varietà a predominanza indica tendono a terminare la fioritura diverse settimane prima delle varietà a predominanza sativa.

Anche l’ambiente gioca un ruolo importante quando si tratta di stadio di maturità. Ad esempio, la coltivazione di varietà fotoperiodiche vicino all’equatore comporterà una fioritura precoce e raccolti più rapidi, ma anche rese ridotte. Inoltre, se volete, potete anche adottare tecniche come la privazione della luce per anticipare la fioritura.

Fonte: www.royalqueenseeds.it

 

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