Il Decreto Sicurezza è legge. Ma il settore canapa non si piega (e nemmeno ShopGanja)
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 aprile 2025, il famigerato “Decreto Sicurezza” è ora realtà. E come previsto, porta con sé l’Articolo 18: un attacco diretto e ideologico al mondo della canapa legale.
Una firma che brucia come un accendino su una canna secca
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il Decreto Sicurezza senza sollevare obiezioni, nemmeno sull’Art. 18, che colpisce in modo ambiguo e devastante il settore della cannabis light. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto entra in vigore formalmente il giorno dopo, cioè sabato 12 aprile 2025.
Nessuna marcia indietro, nessuna sospensione, nessuna riflessione su un comparto che dà lavoro a oltre 20.000 persone, genera 2 miliardi di fatturato annuo, e contribuisce con centinaia di milioni di euro di tasse. Ma sì, facciamo finta che il problema siano le infiorescenze legali e non la corruzione o le mafie. Avanti tutta col fumo… mediatico.
Il mondo della canapa risponde: niente panico, si combatte!
Le principali associazioni italiane del settore canapa – Canapa Sativa Italia, Sardinia Cannabis, Resilienza Italia Onlus, Imprenditori Canapa Italia e molte altre – hanno immediatamente rilanciato un messaggio chiaro e forte:
“Niente panico. Uniti si vince.”
L’obiettivo è chiaro: impugnare l’Art. 18 davanti al TAR non appena usciranno i decreti attuativi. La strategia è legale, civile e resistente. Ma soprattutto è collettiva: ogni imprenditore, attivista e consumatore del settore è chiamato a non arrendersi e a non farsi intimidire.
L’avvocato Zaina: “Una battaglia di civiltà. E io sono pronto”
Tra le voci più autorevoli del fronte legale c’è l’avvocato Zaina, da sempre in prima linea per la tutela del settore canapicolo. Il suo commento è lapidario:
“È un atto di guerra contro cittadini che hanno sempre pagato le tasse, mantenuto politici, forze dell’ordine e magistrati. Criminalizzare un’attività ritenuta irrilevante penalmente dalla stessa Corte di Cassazione a sezioni unite è un assurdo giuridico e politico.”
Zaina si dice pronto a difendere ogni imprenditore che deciderà di resistere, con tariffe calmierate e spirito di lotta:
“È il momento di togliersi le medaglie, smettere di guardare ognuno il proprio orticello, e unirsi. È una battaglia di civiltà. E se serve, anche di disobbedienza civile.”
ShopGanja non si piega. E voi?
In un momento in cui il potere prova a riscrivere la realtà con l’inchiostro della repressione, ShopGanja.it resta al fianco del settore.
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La canapa non si ferma. E noi nemmeno.