La marijuana bonsai ha attirato l’interesse di numerosi coltivatori, in particolare di coloro che preferiscono produrre nuovi esemplari partendo dalle talee, anziché dai semi, in quanto si riescono ad ottenere piante identiche a quella madre. Ciò significa mantenere perfettamente intatta la genetica della stessa.
Quando si parla di talea s’intende una piccola parte dell’esemplare originale tagliata e piantata in un terreno per fare in modo che sviluppi le radici e dia origine a una nuova pianta. Nel caso del bonsai, è una scelta per accelerare l’impostazione della pianta; in caso di vaste coltivazioni, le talee permettono di risparmiare tempo e denaro.
Prima di spiegarvi come si coltiva un bonsai di marijuana, è necessario chiarire che solo i coltivatori più esperti possono dedicarsi a questa “arte”, in quanto richiede molta cura e l’utilizzo di tecniche agricole avanzate, come la potatura. Un’operazione indispensabile per ottenere i risultati desiderati.
La tradizionale arte dei bonsai consiste nel coltivare alberi nani all’interno di contenitori, ottenendo risultati insoliti ma altamente suggestivi. La parola bonsai è giapponese e significa “piantato in un recipiente”. Tuttavia, questa arte è nata nell’Antica Cina. Nella coltivazione dei bonsai non esistono regole rigide e i coltivatori possono manipolare e guidare i loro alberi in qualunque modo ritengano opportuno. Il risultato è una copia quasi perfetta di un albero a grandezza naturale. Ogni parte della pianta, dai rami alle foglie, ha proporzioni simili a quelle reali, ma su scala ridotta. Curiosamente, la cannabis è una pianta perfetta da trasformare in bonsai.
La cannabis è una specie vegetale altamente sensibile all’ambiente circostante. Molte persone immaginano una pianta di cannabis come un’enorme sativa, grande come un albero, che ha bisogno di ampi spazi aperti per crescere sana. Le piante di cannabis bonsai sono l’esatto opposto. Oltre ad essere un eccellente elemento decorativo, la pianta di cannabis bonsai svilupperà anche delle cime squisite al termine della fase di fioritura. La cannabis bonsai è un’opzione perfetta per chi cerca esemplari bassi e compatti, che possono essere nascosti con facilità. I coltivatori più esperti possono conservare i bonsai come piante madri, da cui prelevare innumerevoli cloni.
CANNABIS BONSAI: PIÙ DI UNA SEMPLICE PIANTA IN VASO
Anche se la traduzione del termine giapponese è piuttosto esplicita, una pianta di cannabis coltivata in vaso non è necessariamente classificata come pianta bonsai. L’arte della coltivazione dei bonsai prevede una lista di criteri che l’esemplare deve esibire per essere considerato un vero bonsai. Alcuni di questi requisiti sono estremamente specifici, altri invece possono essere applicati facilmente ad una pianta di cannabis, per trasformarla in un bonsai.
I criteri includono il replicare la struttura ad albero, mantenere una dimensione ridotta rispetto ad esemplari maturi della stessa varietà, favorire lo sviluppo di un tronco rigido, di foglie piccole, di una radice radiale posizionata al di sotto della linea mediana del vaso e di rami bene organizzati.
A prima vista, questo elenco può sembrare piuttosto impegnativo. Tuttavia, è sufficiente raggiungere solo un paio di questi obiettivi per instillare l’essenza del bonsai nella vostra pianta. Tutti i requisiti citati nell’elenco possono essere raggiunti seguendo i metodi descritti di seguito, molti dei quali sono già noti ai coltivatori di cannabis più esperti.
USARE METODI SCROG E LST PER MANIPOLARE LA FORMA DELLE PIANTE
ScrOG (screen of green) e LST (low stress training) sono tecniche di coltivazione utilizzate per controllare la forma e la dimensione delle piante di cannabis, aumentandone al tempo stesso la produttività. Quando si coltiva una pianta bonsai, questi due metodi aiutano a modificare la struttura dei rami e la crescita dell’esemplare stesso.
La tecnica ScrOG consiste nel posizionare una rete orizzontale sull’estremità superiore della pianta. Questo metodo serve a creare una chioma omogenea, ed un tronco stabile e pulito come quello degli alberi. Lo ScrOG favorisce anche una maggiore esposizione alla luce, che a sua volta stimola la crescita delle cime nella pianta bonsai.
Il LST offre risultati analoghi, promuovendo uno sviluppo compatto e più uniforme. Chi usa questa tecnica deve legare i rami al bordo del vaso, per favorire la crescita verticale e la produzione di cime e per aumentare l’esposizione alla luce. Spesso gli esemplari vengono anche defogliati, per incrementare lo spazio libero e creare strutture compatte e facili da gestire.
COME CREARE UNA PIANTA DI CANNABIS BONSAI
Per coltivare una pianta di cannabis bonsai, avrete bisogno di:
– una giovane pianta di cannabis
– un trapano
– un recipiente adatto
– fili da giardinaggio
– tasselli in legno
1. Non è necessario selezionare la varietà con intransigenza. Tuttavia, è utile scegliere una genetica che non raggiunge altezze particolarmente elevate. Prima di essere trasformate in perfetti bonsai, le vostre piante devono attraversare la fase della germinazione ed entrare in quella vegetativa.
2. Con il trapano realizzate dei fori su tutto il perimetro del vaso, all’altezza del bordo. Questi fori serviranno da punti di ancoraggio per il filo da giardinaggio e vi permetteranno di manipolare agevolmente i rami.
3. Per fare in modo che la vostra pianta sfoggi un look da bonsai, dovete iniziare a condizionare lo stelo del giovane esemplare, fino a trasformarlo in un tronco legnoso e rigido. Inserite un tassello in legno sul terreno, accanto alla base dello stelo. Avvolgete delicatamente lo stelo attorno al tassello, modellando la forma a vostro piacimento. Prendete un pezzo di filo da giardinaggio e legate una estremità ad uno dei fori nel vaso, avvolgendo l’altra attorno al tronco per tenerlo in posizione.
4. Man mano che la pianta cresce, dovrete gestire e guidare lo sviluppo dei rami. A questo punto entrano in gioco le tecniche LST e ScrOG. Se usate il metodo ScrOG, dovete lasciar crescere i rami fino alla rete metallica e poi suddividerli manualmente facendoli passare attraverso i fori della rete. Per creare una chioma uniforme e compatta, tagliate ogni parte della pianta che fuoriesce dalla parte superiore della rete. Se usate la tecnica LST, legate i rami con il filo da giardinaggio e fissateli ai fori sul bordo del vaso, per farli crescere nella direzione che desiderate.
5. La fase vegetativa continuerà anche dopo che la pianta avrà assunto la forma che desiderate. Per fare in modo che il bonsai mantenga un aspetto pulito e ordinato, tagliate i nuovi germogli man mano che emergono. Aiutandovi con delle forbici pulite ed affilate, eliminate le ramificazioni che partono dai rami già consolidati. Rimuovete le foglie più grandi e quelle ingiallite, per favorire la corretta ventilazione e aumentare l’esposizione alla luce.
6. Dopo alcune settimane (o mesi) di potatura e modellamento, la vostra pianta bonsai sarà pronta per fiorire. Lo scopo finale della coltivazione di una pianta bonsai è l’aspetto estetico, non la produttività. Tuttavia, le tecniche sopracitate vi aiuteranno ad ottenere anche una discreta quantità di cime.
Potatura della marijuana bonsai
A mano a mano che la pianta cresce e i rami si infoltiscono, è necessario effettuare un’attenta potatura per dare alla pianta la forma e la dimensione ricercata. Per fare questo, occorre tagliare i rami secondari, lasciando solo quelli principali. Questa tecnica mantiene la pianta in salute senza comprometterla. Vanno tolte anche le foglie ingiallite e più grandi, allo scopo di far arrivare all’esemplare luce e aria a sufficienza.
Potatura delle radici
Un altro importante intervento da fare, è quello della potatura delle radici per un massimo di due volte l’anno. Prima di farlo è necessario potare la pianta riportandola alla situazione originaria, ovvero va tolta la maggior parte dei germogli apicali.
A questo punto, dopo aver tolto la pianta dal vaso, bisogna procedere all’eliminazione del 25% delle radici da ogni lato e sul fondo tramite un coltello. Una volta finito, va aggiunto altro terriccio al vaso, reinserita la pianta e ricoperto l’apparato radicale compattando per bene il substrato. Nell’arco di un paio di giorni le radici si saranno di nuovo adattate alla terra.
Le migliori varietà per ottenere la marijuana bonsai
Per ottenere un esemplare di marijuana bonsai è preferibile partire da una varietà che già di base è di dimensioni ridotte. Alcuni tipi di cannabis adatti a questo scopo sono:
- Critical Kush: si tratta di una tipologia a prevalenza indica, che cresce molto compatta e rigogliosa.
- White Widow: è una varietà olandese per il 50% sativa e per il 50% indica.
- Blue Widow: questa pianta a dominanza sativa è molto bassa, quindi risulta più semplice contenerne lo sviluppo.
- Purple Punch: questa pianta è vigorosa ma mantiene dimensioni ridotte. Di conseguenza è un’ottima candidata per avere una cugina bonsai.
Quanto vive un bonsai di marijuana
La marijuana bonsai non ha una durata precisa, nel senso che ancora non è chiaro per quanto tempo si possono mantenere sane e in vita queste piante. Di solito i coltivatori le lasciano in stato vegetativo per lungo tempo, quindi senza fiorire, in modo tale da ottenere più talee possibili.
È comunque buona norma sostituire:
- la marijuana bonsai indica ogni 3-4 anni;
- le varietà ibride ogni 4-5 anni;
- le varietà sative ogni 5-6 anni.
Si tratta in ogni caso di valutazioni puramente indicative in quanto ci possono essere delle variazioni dovute ad esempio al tipo di manutenzione che viene fatta alle piante.
Indipendentemente dal raccolto finale, l’arte del bonsai infonde pace e consapevolezza interiore. Cercate di seguire i criteri di questa forma d’arte, ma soprattutto divertitevi, e alla fine otterrete un perfetto bonsai!
Fonte: www.zambesa.it, www.canapafarm.eu