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Tradizionalmente tutte le varietà di cannabis sono state coltivate all’aperto, comprese la canapa industriale, la cannabis ricreativa e quella medica. Poi si è passati alla coltivazione in serra e a quella indoor con sistemi di illuminazione artificiale sia per le varietà di cannabis ricreativa che medica. Tutte queste modalità hanno vantaggi e svantaggi, che a loro volta generano limiti alle colture e al prodotto finale. Per superare tutte queste difficoltà e proiettarsi verso il futuro, l’interesse si è rapidamente rivolto verso il cosiddetto Vertical Farming, che rappresenta un’alternativa per le future coltivazioni di cannabis ricreativa e di quella medica libere da contaminanti.
Capita sempre che nuove tecnologie provenienti da diverse industrie vengano adattate per innovare e razionalizzare un settore completamente diverso. Dato che il settore agricolo utilizza così tanti elementi diversi provenienti da varie industrie, si verifica un continuo aggiornamento e perfezionamento del settore stesso. Negli ultimi anni la cannabis è stata suddivisa in tre categorie (medica, ricreativa e industriale) ma si tratta fondamentalmente della stessa pianta, la differenza è che i diversi componenti presenti in ogni pianta rientrano in una di queste categorie. Tuttavia i requisiti per la coltivazione possono variare considerevolmente per ogni categoria. Ovviamente la coltivazione outdoor di canapa, cannabis medica e cannabis ricreativa è adatta a tutti i climi ed è a basso costo, ma riuscire a portare il raccolto a casa dipende totalmente dalla natura. La produzione all’aperto si basa generalmente su un solo raccolto all’anno.
zionamento del settore stesso. Negli ultimi anni la cannabis è stata suddivisa in tre categorie (medica, ricreativa e industriale) ma si tratta fondamentalmente della stessa pianta, la differenza è che i diversi componenti presenti in ogni pianta rientrano in una di queste categorie. Tuttavia i requisiti per la coltivazione possono variare considerevolmente per ogni categoria. Ovviamente la coltivazione outdoor di canapa, cannabis medica e cannabis ricreativa è adatta a tutti i climi ed è a basso costo, ma riuscire a portare il raccolto a casa dipende totalmente dalla natura. La produzione all’aperto si basa generalmente su un solo raccolto all’anno.
COLTIVAZIONE IN SERRA
Con il passaggio alla coltivazione in serra in cui è possibile impostare e manipolare le ore di luce abbiamo imparato a coltivare tutto l’anno, con lievi modifiche e con costi aggiuntivi, al fine di mantenere condizioni climatiche stabili per le infiorescenze di cannabis. Queste tecniche tradizionali di coltivazione sono diffuse e utilizzate in tutto il mondo per favorire la produzione e l’omogeneità tutto l’anno. L’inverno però rappresenta una sfida in quanto i costi di riscaldamento e di illuminazione sono significativi e quindi può capitare, in particolare nell’emisfero nord, di fare una pausa da dicembre fino ad aprile.
Gli ambienti indoor ad alta tecnologia e a clima controllato, per mantenere le piante madri o per far crescere cloni per future coltivazioni, sono diventati la norma negli anni ‘90 e ciò ha condotto all’omogeneità del prodotto ma con costi aggiuntivi e con qualche problema. Comunque essi hanno rappresentato il fattore più significativo nella produzione di cannabis che ha catapultato questa pianta in un’industria degli anni 2000.
COLTIVAZIONE VERTICALE CON LED
Dal momento che il movimento per la sostenibilità e la produzione biologica a emissioni zero ha richiesto che le industrie siano più pulite e più verdi, ciò ha portato a un nuovo metodo di produzione per l’industria della cannabis: la coltivazione verticale di cannabis con illuminazione LED.
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Considerando che il prezzo dell’energia sta diventando sempre più caro e che i costi del lavoro aumentano, molte aziende stanno cercando di trovare soluzioni che permettano di ottenere un prodotto di buona qualità con una buona resa e che minimizzino i costi di manodopera per la lavorazione della biomassa. Ripristinare vecchi stabilimenti in aree a basso tasso di occupazione in cui era difficile trovare prodotti freschi fa sì che questi problemi vengano affrontati con l’intelligenza artificiale e grazie ai sistemi di coltivazione assistita a LED. L’illuminazione a LED utilizza fino all’85% in meno di elettricità per produzioni simili, il che è un grosso vantaggio per ambienti di coltivazione indoor. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale e della robotica all’interno della coltivazione per svolgere le azioni ripetitive in alcune fasi della coltivazione, significa ridurre il lavoro umano e anche i costi di manodopera.
C’è una richiesta crescente di coltivare la cannabis destinata all’uso medico e a quello ricreativo senza dover ricorrere all’uso di sostanze chimiche, pesticidi o insetticidi. Le grandi monocolture outdoor non possono allinearsi a certe pratiche di coltivazione e devono usare pesticidi e insetticidi, dunque richiedono una lavorazione supplementare per rendere puliti i prodotti finali. Tutto ciò aggiunge costi al processo di produzione delle infiorescenze e delle estrazioni. Quindi, se la cannabis viene coltivata in aree di certe dimensioni che non creano piaghe o parassiti e non giustificano l’uso di pesticidi e insetticidi, si tratta di una situazione vantaggiosa. Dunque, per le colture medicinali di alto valore che rientrano in determinate dimensioni, l’uso di infiorescenze coltivate con LED verticali rappresenta un netto vantaggio.
MODULI DI COLTIVAZIONE
I moduli di coltivazione in forma di container, che possono essere situati vicino al sito della successiva lavorazione del materiale, riducono i costi di trasporto e i tempi di lavorazione, e conferiscono alla cannabis coltivata in verticale vantaggi, come le caratteristiche di freschezza e di produzione mirata a km 0. Il controllo del prodotto finale per produrre solo ciò che viene richiesto potrebbe essere il prossimo step che le industrie di prodotti farmaceutici o para-farmaceutici decideranno di intraprendere, per controllare la propria attività e ridurre così la responsabilità dei grossisti. In pratica, il controllo di ogni aspetto di un prodotto e la conoscenza del modo in cui è ottenuto condurranno a una produzione affidabile e di alta qualità e ciò beneficerà tutti gli attori coinvolti.
L’utilizzo di moduli per le installazioni di coltivazione verticale significherà che sarà possibile coltivare determinate quantità e qualità tutto l’anno. Per quei posti geograficamente freddi o estremamente caldi questo sarà un netto miglioramento e permetterà la disponibilità tutto l’anno, incrementando una produzione autonoma delle comunità locali. La decentralizzazione degli impianti di produzione e la possibilità di usare moduli più piccoli e più efficienti dal punto di vista energetico, rappresenterà il modello del futuro. Questo condurrà alla diversità e probabilmente anche a un aumento della ricerca di ceppi di cannabis che sono stati trascurati dai grandi gruppi e dai monopoli centralizzati i quali si concentrano più sui profitti che sui farmaci o integratori su misura!
L’uso ridotto di acqua per ottenere alti rendimenti esiste già oggi nelle produzioni verticali di insalata. Se questo potesse essere applicato alla cannabis coltivata in verticale, come già indicano le prime ricerche, avremmo un’esplosione di moduli di coltivazione verticale che spunterebbero dappertutto in contrasto agli standard attuali. La fertirrigazione a goccia (alimentare le piante tramite sistemi a goccia) è già ben implementata in agricoltura e ha dimostrato funzionare molto bene, specialmente in zone climatiche estreme come Israele e Islanda. Ciò ha permesso di ridurre l’uso di fertilizzanti e di acqua senza compromettere la crescita delle piante. Il Vertical Growing usa sistemi a goccia che filtrano e riciclano l’acqua, il che riduce la necessità di essere vicini a una fonte di acqua consistente. La riduzione dell’uso di acqua è un fattore determinante da considerare ed è per questo che paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati, il Qatar e Dubai stanno ora installando impianti di coltivazione verticale in molti luoghi che prima non venivano neanche considerati per via dell’assenza di adeguate risorse idriche. Ciò significa anche che gli ortaggi freschi non dovranno più essere trasportati in aereo da altre parti del mondo e, che in futuro, una maggiore autosufficienza nell’autoproduzione sarà la norma. Inoltre, se gli impianti si troveranno vicini ai punti di vendita, la gente farà meno affidamento sulla refrigerazione e sulle date di scadenza. Ciò creerà a sua volta un’economia locale e occupazione per quelle aree che in precedenza le hanno perse a causa delle città e delle produzioni centralizzate. La riconversione di vecchie strutture offrirà anche risparmi considerevoli sui costi di avviamento in aree ormai abbandonate.
La coltivazione verticale si basa su una produzione di piante più intensiva in aree precedentemente non utilizzate. In questo modo si raddoppiano, triplicano e quadruplicano le piante nella stessa area. Il risultato sarà un aumento significativo nella produzione di piante, praticamente a parità di spesa!
SOSTENIBILITÀ E BASSA DIPENDENZA ENERGETICA
Il processo di coltivazione al chiuso non inquina il terreno né le falde acquifere. È possibile inoltre ridurre a zero le emissioni con il 100% di energia rinnovabile e questo è un enorme vantaggio che sarà sfruttato da questa nuova ondata di agricoltura. Il controllo totale su tutti gli elementi climatici come l’aria, l’umidità, il calore, l’energia, la circolazione e il raffreddamento condurrà a un risparmio energetico del 60%.
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Non c’è dubbio che il prossimo cambiamento di paradigma sarà quello di affidarsi a strutture più piccole (satellitari) che portino a una produzione di piante di alta qualità controllata dalle comunità locali. Non è sufficiente avere un aiuto temporaneo senza un obbiettivo a lungo termine, il che mi riporta al vecchio detto: “Dai cibo a un uomo e lo nutrirai per un giorno, insegnagli a coltivare e lo nutrirai per tutta la vita”.
I tempi stanno cambiando e la mancanza di fiducia nei governi, nelle grandi imprese e nei media mainstream negli ultimi dieci anni ha portato le persone che desiderano fare un buon servizio per la propria comunità a riprenderne il controllo. Questo sta conducendo verso soluzioni locali più economiche che creano lavoro per tutti in aree in precedenza abbandonate. Gli svantaggi di questo nuovo metodo di coltivazione verticale con i LED sono pochi, se non assenti, e personalmente vedo questo movimento evolversi verso una nuova filosofia di buone pratiche agricole e di fiducia nell’autosufficienza con un consumo quasi nullo di energia e di acqua, senza praticamente dover ricorrere al trasporto.
Dobbiamo tutti iniziare a cambiare le nostre abitudini e questa è una soluzione per il futuro, non solo parole!
Fonte: www.dolcevitaonline.it