Cos’è la cannabis autoctona?

Uno degli elementi che rendono la cannabis così interessante è il gran numero di varietà esistenti. Ma come mai ci sono così tanti ceppi diversi, con differenti caratteristiche e patrimoni genetici? Il merito è della cannabis autoctona. La ganja autoctona cresce allo stato selvatico e non è contaminata da altre varietà.

Gli ibridi moderni potranno fornire uno sballo “migliore” o racchiudere sapori ed effetti ottimali, ma possiedono un DNA più “diluito”. Questo è uno dei motivi per cui è importante preservare i ceppi di cannabis autoctoni e continuare a cercarne di nuovi. Poi, ovviamente, è fondamentale proteggere la diversità in generale. Come dimenticare il destino della banana, piantagione esotica trasformata sostanzialmente in una monocoltura quasi ovunque?

Le varietà autoctone stanno quindi diventando molto preziose nel settore della cannabis. Di fatto, man mano che le coltivazioni di marijuana si diffondono sul pianeta, le genetiche originali acquisiscono maggiore importanza.

Di seguito, scopriremo tutte le informazioni utili riguardo la marijuana autoctona, i motivi della sua importanza per il settore e le differenze rispetto ad altre cultivar. Inoltre, esamineremo alcune varietà autoctone provenienti da diverse parti del mondo.

 

Cos’è la cannabis autoctona?

Secondo alcuni, la ganja autoctona è quella originaria o nativa di una specifica regione, ma ciò non è del tutto esatto. Si ritiene che la pianta di cannabis sia stata addomesticata per la prima volta nell’era neolitica in Asia (i ricercatori non hanno ancora stabilito se la zona specifica possa essere est, sud o nord), per poi diffondersi in altre zone del pianeta.

Pertanto, i ceppi autoctoni sono esemplari di cannabis addomesticati, adattatisi nel corso di molti anni alle diverse aree geografiche, da quelle fredde e buie alle più calde e soleggiate. Ciò che rende uniche queste varietà è il fatto che esse non siano state stabilizzate né incrociate con ceppi lontani, risultando estremamente preziose per le operazioni di ibridazione della cannabis.

Selezionando piante autoctone ed incrociandole con altri ceppi in condizioni controllate, i breeder possono introdurre una maggiore diversità nei patrimoni genetici ed aggiungere nuovi tratti espressi da varietà tradizionali provenienti da ogni parte del mondo.

  • Autoctona vs Cultivar

È essenziale comprendere che i ceppi autoctoni, sebbene addomesticati, sono diversi dalle cultivar, varietà coltivate e selezionate affinché esibiscano specifiche caratteristiche. In questa categoria rientra anche la cosiddetta “cannabis cimelio”. Pur non essendo state incrociate con ceppi diversi, le varietà cimelio sono state coltivate lontano dalla loro area geografica originaria, pertanto sono diverse da quelle autoctone.

Detto questo, molte genetiche cimelio provengono da ceppi autoctoni e consentono a breeder e coltivatori di isolare e tramandare le migliori virtù di una determinata pianta, stabilizzandole attraverso operazioni di inincrocio. Ad esempio, la Angola Red è una varietà cimelio sviluppata partendo da un ceppo autoctono africano.

La cannabis autoctona si distingue dalle cultivar presenti in commercio per dimensioni delle foglie, colore e produzione di composti fitochimici. Talvolta, i suoi tratti sono meno stabili e consistenti rispetto a quelli dei ceppi ibridi, ma variabilità ed instabilità sono fondamentali per la salvaguardia della specie. Infatti, molte delle varietà classiche che oggi conosciamo ed apprezziamo contengono genetiche autoctone. Questo è uno dei motivi per cui sono diventate così famose nel corso degli anni.

Inoltre, le “sottospecie” di Cannabis ruderalis autoctone sono essenziali per infondere proprietà autofiorenti nelle genetiche moderne. Questi ceppi incontaminati, originari dell’Asia centrale, si sono adattati alle estati brevi e rigide della regione, riuscendo a fiorire in base all’età indipendentemente dalla quantità di luce ricevuta. In altre parole, se non ci fossero i ceppi autoctoni, non avremmo le varietà autofiorenti!

Quante varietà autoctone esistono in natura?

Dalla Cina, sua terra di origine, la cannabis si è diffusa progressivamente in varie parti del mondo. Negli anni ’60 e ’70, l’aumento dei viaggi in aree remote del pianeta consentì ad Europa e Nord America di avere accesso ad alcuni ceppi autoctoni. Di conseguenza, oggi i fan della cannabis conoscono moltissime varietà autoctone. Tuttavia, alcune di esse sono a rischio, e per questo è fondamentale preservarle.

Nessuno sa con certezza se i breeder abbiano scoperto tutte le genetiche autoctone presenti in natura. Per questo esistono i cosiddetti “cacciatori di varietà”.

Quali sono le varietà autoctone originali?

Anche le varietà di cannabis possiedono un albero genealogico. I nuovi ceppi nascono dall’unione tra una pianta di cannabis maschio ed una femmina, pertanto è possibile risalire alle loro origini, proprio come avviene con il patrimonio genetico umano. Le varietà autoctone sono le antenate nell’albero genealogico della marijuana. Varietà autoctone come Afghan, Hindu Kush, Durban Poison e Red Congolese costituiscono anche la base genetica di tanti ibridi famosi. Per questo vengono spesso impiegate nei moderni progetti di ibridazione.

A parte ciò, è importante ricordare che la cannabis è una pianta in continua evoluzione. Un ceppo autoctono, trasferito in un ambiente diverso, inizierà ad adattarsi, sviluppando nel contempo nuove caratteristiche. Questo significa che le genetiche “autoctone”, coltivate in ambienti diversi da quelli originali, diventeranno varietà nuove o, più precisamente, varietà cimelio.

Di seguito, elenchiamo alcune delle varietà autoctone più famose provenienti da varie aree geografiche e le relative caratteristiche.

  • Medio Oriente

I nomi di queste varietà sono ormai celebri in tutto il mondo, anche se “solo” per aver contribuito alla nascita di numerosi ibridi contemporanei.

  • Asia

Le varietà autoctone dell’Asia non vanno sottovalutate. I ceppi elencati di seguito sono gli antenati di alcuni degli ibridi moderni più popolari.

  • America Centrale & Meridionale

In America Centrale e Meridionale sono presenti varietà autoctone leggendarie.

  • Africa

  • Giamaica

È possibile acquistare varietà di cannabis autoctone pure?

Le varietà autoctone scoperte dagli occidentali negli anni ’60 e ’70 non vengono coltivate su larga scala ovunque, anche nei luoghi in cui la cannabis è ormai legale. Ad ogni modo, alcune di esse sono diventate talmente popolari da restare stabilmente sul mercato. Oggi, possono essere definite “varietà cimelio”.

Detto questo, si tratta di genetiche relativamente rare, poiché i coltivatori di cannabis tendono a selezionare con estrema accuratezza i tratti più desiderabili. Gli ibridi saporiti e potentissimi, attualmente sul mercato, hanno sicuramente plasmato le preferenze e le papille gustative dei consumatori. Per finire, c’è semplicemente uno scarso interesse nel coltivare varietà autoctone per via delle loro caratteristiche volubili ed instabili o dei lunghi tempi di fioritura.

I ceppi autoctoni sono migliori?

L’unica vera differenza tra ceppi autoctoni e varietà di cannabis è che i primi vengono impollinati in modo naturale, mentre le altre sono manipolate e ibridate dall’uomo.

Il modo migliore per individuare la vostra varietà preferita è assaggiarne diverse. Se siete tanto fortunati da riuscire a procurarvi semi di una varietà autoctona, piantateli nel terreno ed osservateli crescere! Ricordate solo di dedicare tempo e spazio a sufficienza alle vostre piante di cannabis e sarete protagonisti di un’esperienza di coltivazione unica.

Fonte: wwww.royalqueenseeds.it

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