La parola sinsemilla deriva dallo spagnolo “sin” (“senza”) e “semilla” (“semi”), quindi può essere tradotta con “senza semi”. Contrariamente a quanto si possa pensare, la cannabis sinsemilla non appartiene ad una specifica varietà, sottotipo o area geografica. Il termine viene usato semplicemente per descrivere i fiori di cannabis privi di semi, nati da esemplari femmina non fecondati.
Detto questo, l’idea che la sinsemilla sia una ganja molto potente e pregiata non è del tutto errata. In effetti, la parola sinsemilla viene usata per descrivere un modo di coltivare cannabis, dove i fiori delle piante femmina non entrano mai in contatto con il polline delle piante maschio e, pertanto, non potranno mai produrre semi.
PERCHÉ LA CANNABIS SENZA SEMI È MIGLIORE?
Le piante di cannabis femmina impollinate spendono molta energia nella produzione di semi. Ma, a meno che non siate breeder in cerca di semi, lo scopo della vostra coltivazione non sarà questo. Le femmine non fecondate non sviluppano semi, e indirizzano tutte le loro energie nella produzione di resina. Le cime prive di semi racchiudono quindi livelli più elevati di cannabinoidi e molecole aromatiche. Di conseguenza, sprigionano un aroma migliore, e i loro effetti sono più intensi.
DA DOVE PROVIENE IL TERMINE SINSEMILLA?
In passato, molto prima che in Occidente si iniziasse a coltivare cannabis con regolarità, la cannabis e l’hashish venivano importati. I fiori essiccati provenivano solitamente dal Messico. Qui la cannabis cresceva allo stato brado, senza le cure e la manutenzione tecnologica dei tempi attuali. Molta dell’erba importata era piena di semi, quindi non poteva essere considerata ganja di qualità.
Al famoso ed eccentrico leader del cartello, Rafael Caro Quintero, viene attribuita la diffusione della sinsemilla che entrò a far parte delle abitudini dei consumatori di cannabis. Sebbene ci sia ancora disaccordo sul fatto che Quintero abbia inventato o meno la varietà senza semi, non c’è dubbio che grazie a lui l’interesse e la consapevolezza crebbero.
Fino agli anni ’60, in Nord America ed Europa ben pochi osavano coltivare le proprie piante di cannabis. La marijuana veniva invece importata direttamente dai suoi Paesi di origine: Afghanistan, Giamaica, Thailandia, Messico e Colombia. Queste piante erano a basso contenuto di THC e non erano così gradevoli da fumare, soprattutto a causa del gran numero di semi che contenevano. Per cui, quando i cartelli di Guadalajara iniziarono ad importare sinsemilla, venne subito accolta come lo standard di qualità più alto per la marijuana: alto contenuto di THC e molto più piacevole da fumare.
A QUANTO PARE, LA SINSEMILLA È LA GANJA MIGLIORE
Quando si cominciò a capire che i fiori di cannabis privi di semi offrivano una qualità superiore, i coltivatori iniziarono a concentrarsi esclusivamente sulla produzione di sinsemilla, eliminando gli esemplari maschi appena possibile. Quando avevano bisogno di semi per progetti di breeding, conservavano le piante maschio in ambienti separati, consentendo la fecondazione di esemplari femmina selezionati, solo in aree dedicate.
Più tardi, quando la coltivazione indoor divenne popolare, la separazione delle piante di cannabis maschio e femmina divenne ancora più semplice e abituale. I coltivatori potevano tenere gli esemplari in stanze o tende separate, per limitare il rischio di fecondazione accidentale.
CANNABIS FEMMINIZZATA: IL PROGRESSO DELLA SINSEMILLA
La vera rivoluzione nella coltivazione della sinsemilla si verificò dopo l’invenzione dei semi di cannabis femminizzati, negli anni ’90. In precedenza, quando si coltivavano semi regolari, era necessario rimuovere gli esemplari maschi il prima possibile. I semi femminizzati eliminarono questa incombenza, consentendo di coltivare esclusivamente esemplari femmina. Il problema delle cime piene di semi fu ben presto superato. Di conseguenza, in epoca moderna il termine sinsemilla ha perso gran parte della sua rilevanza.
Come abbiamo accennato, la sinsemilla è una parola usata per descrivere le cime di ganja prive di semi. Può indicare qualsiasi tipo di pianta di cannabis femmina non fecondata, indipendentemente dalla varietà. Quindi, la sinsemilla può essere sia indica che sativa.
SI PUÒ FUMARE LA SINSEMILLA?
Ovviamente sì. Una minor quantità di semi comporta più fiori, più resina, aroma più intenso e boccate più piacevoli. Lo scopo della sinsemilla è fornire alle persone la migliore esperienza sensoriale possibile. Quindi la risposta è sì, la sinsemilla si può fumare!
COLTIVARE SINSEMILLA: CONCLUSIONI
La sinsemilla è semplicemente un’altra parola per definire la cannabis femminizzata. In epoca attuale la ganja viene coltivata in ambienti controllati, pertanto i coltivatori possono facilmente ottenere una piantagione composta esclusivamente da esemplari femmina. Non è più necessario preoccuparsi delle impollinazioni accidentali che potrebbero distruggere il raccolto. Ciò che si coltiva oggi è quasi sempre sinsemilla: cime eccellenti, prive di semi!
Fonte: www.royalqueenseeds.it
www.zamnesia.it